sabato 31 gennaio 2009

BANDO CLOWN-TERAPIA

anche questa è fatta...proprio una gran sudata, ma qt opportunità del bando ministeriale delle pari opportunità proprio non potevamo lasciarcela scappare...ci abbiamo provato e ora staremo ad aspettare....un bel po' di fondi per attivare dei servizi di clown terapia in vari ospedale e per organizzare corsi di formazione e infine per promuovere il servizio..insomma insieme al consorzio che promuove il progetto "magicolieri in pediatria" (soeco di lucca), alla preziosa collaborazione delle mie colleghe e a tanti sacrifici che ho fatto in questo mese abbiamo buttato giù delle cose interessanti e ottenuto permessi per attivare il servizio in nuovi ospedali...se chiaramente il progetto va in porto...anche se noi non siamo clow-trapeuti, definizione che non sento propriamente mia, l'obiettivo è quello di divertire e promuovere benessere nel minore e nella famiglia e bla bla bla...quindi il bando cade a fagiolo...allo stato attuale delle cose ci sentiamo in grado, come magicolieri, di provare a fare questo passo, sia per l'esperienza che abbiamo accumolato che per lo strumentario che abbiamo messo a punto...va bè, magari qt discorso si riprende tra un po'...chi vuol esser lieto sia
mirko

martedì 27 gennaio 2009

LA NONNA GAGA' E ASSAI NOIR

ogni volta che gioco in ospedale è una magia, un incontro e uno scambio di vita...tante storie, una diversa dall'altra...bimbi piccoli o grandi, più o meno disponibili, ciascuno con una carattere e una motivazione propria, una famiglia e uno stato di salute imprevedibile...poi anche io dipende da come sto e dall'energia che ho...insomma una miscellanea che offre sempre combinazioni diverse...poi occorre ciò che dà succo e sapore ad ogni scambio relazionale: l'imprevedibilità!! qualche giorno fa mi sono imbattuto in una nonna gagà, elegante e raffinata signora che declamava poesie ed aforismi, inframezzandoli con disinvoltura poetesca tra i miei strampalati giochi di magia comica...insomma, quasi la perfezione, tutti si rideva e si stava di molto bene...niente nubi all'orizzonte e sicurezza di un vespro sereno...dal nulla il coup de theatre, la signora cala il poker inopinato e fuori luogo...nel bel mezzo della goliardia inizia a fare outing sul suo desiderio incondizionato di farla finita con la vita...io, una bimba di dieci anni e la nonna...e che cavolo, il suicidio non c'entra una mazza! un fiume in piena inarrestabile...la signora continua, non più declamando versi del carducci ma i suoi pirotecnici tentativi di passare ad altra vita, tra tutti quello di provare a buttarsi sotto i camion con rimorchio sull'aurelia.....la bimba pareva quasi abituata e indifferente alle stramberie della nonna, a me pareva assai fuori luogo la sua confessione ma non percepivo un'atmosfera lugubre e la nonna sembrava si divertisse a narrare...io provavo a farla smettere con battute e portando l'attenzione altrove...dichiarando anche verbalmente e in più riprese che non mi pareva il caso...lei indefessa continuava con la pacatezza e la tenerezza di una nonna che fa la calza...così siamo andati avanti in qt atmosfera un po' noir, ma non pesante, tra un fazzoletto che sparisce e uno spazzolino da denti che compare, la vita e la morte...
mirko

venerdì 23 gennaio 2009

L'ATTEGGIONE

come psicologo lavoro presso una scuola superiore della zona...i ragazzi sono soliti definire alcuni dei loro compagni come atteggioni...cosa è l'atteggione? uno che cerca di apparire e vuol fare il grosso? uno che si vuole dare un'immagine e che si staglia dal gruppo? l'atteggione è una razza strana, complessa e curiosa che meriterebbe una pagina su wikipedia....l'atteggione è quella persona che non è come vuol mostrare e talvolta se la tira parecchio...gode saltuariamente di stima e riconoscimento generalizzato ma a volte è quello un po' più impacciato che prova a fare cucù nel gotha degli studenti più in....l'atteggione di solito veste di marca e ha qualche capo di abbigliamento un po' naif o particolare che altri non hanno (però bello)...un atteggione cammina col petto in fuori ed è un po' piacione con gli altri...è molto diverso dal bullo che non viene mai definito atteggione perchè di solito incute timore...l'atteggione è protagonista in classe, magari interviene a sproposito ma lo fa..non è un secchione e neanche un somaro...un atteggione ha la battuta pronta e sa scherzare...scrivendo mi rendo conto che in fin dei conti mi sta pure simpatico...uno che magari fa finta di essere cattivo ma in realtà non lo è, o che c'ha la bimba nuova e gli garba dare parecchia visibilità alla cosa...agli occhi dei ragazzi anche noi adulti possiamo divenire atteggioni...qd magari esageriamo nel metterci in mostra (nel bene o nel male), se parliamo seduti sulla cattedra e non da dietro, se portiamo un abbigliamento diverso dal solito o quando cerchiamo di sedurre il gruppo con iperboliche suggestioni e dissertazioni verbali....un ragazzo atteggione lo trovi spesso a camminare nel corridoio durante le lezioni, nella speranza che qcn lo noti....e lui non sa che io so, e questa metapsicologia mi fa sorridere e può essere una chiave preziosa per iniziare un rapporto tra me e lui...che in psicologia, per me, è alla base di ogni possibile cambiamento ed intervento.
m

giovedì 22 gennaio 2009

IL GIAPPONESE DIETRO LA CARTA


la magia comica meraviglia e fa ridere...è un tecnica adattissima per tutte le fasce di età, in particolar modo per i bambini della prima e seconda infanzia...può capitare che io millanti chissà quali insegnamenti del sacro maestro di vita Sakamoto Cim Cium Lam, summo e sapiente capo magicoliere, esperto conoscitore della nobile e antica arte della magicoleria....la sua terra è il giappone, a sua volta posto misterioso e ricco di tradizione millenaria..e poi ancora bla bla bla...la magia che serve è un banale forzatura con le carte che si trasforma in un gioco di telapatia in cui dimostro di sapere a priori la scelta fatta dal bambino...la carta gigante, che ho preparato a casa, riporta fedelmente quella pescata dal piccolo...solo che la scritta è in giapponese...è già! Gioco giapponese uguale carta giapponese..il bimbo scoppia e protesta vivamente...pensa lo stia imbrogliando...ma quando mai, io imbrogiliare un frugoletto? uff non ci vuole proprio credere e mi tocca chiamare il maestro summo, proprio lui...Sakamoto Cim Cium Lam...mi paro con la carta gigante preparata a casa e indosso dei denti da coniglio e parlo giapponese...saionala io essele onolevole maestlo di vita.....qui essele segnata ploplio la tua calta..glande magia, glande magia...nel momento in cui sono coperto dalla carta e sto per divenire il maestro il mio cuore batte di vita e penso che la mia laurea e le mie specializzazioni fruttino al loro massimo...se mi vedessero i miei professori che direbbero? io rido e mi diverto e mi sento anche orgoglioso...qt gag poi continua e scorre vortiginosamente in torrenti in piena, fino a trovare una sua serenità e compiutezza finale...

arigatò, m

mercoledì 21 gennaio 2009

LA MALATTIA

oggi è tempo di riflessioni importanti....
Ammalarsi, in qualsiasi periodo della vita accada, è sempre un avvenimento spiacevole che comporta sofferenza e preoccupazione. “Ma perché sto male?” Anche da adulti riuscire a dare una risposta soddisfacente ad una domanda come questa è complicato. Quando siamo bambini risulta impossibile. Il bambino di pochi anni non riesce a darsi nessun tipo di spiegazione, oppure più che deduzioni logiche, tende a dare interpretazioni magico-fantastiche alla sua condizione di malato. Il bambino trova difficoltà a spiegarsi in modo obiettivo cosa gli sta succedendo. Per lui la malattia può essere vissuta come una punizione o come conseguenza di qualche comportamento “sbagliato”, come aver risposto male alla mamma, aver desiderato che il fratellino sparisse, aver fatto un capriccio per un gioco non comprato e così via. Allo stesso modo la terapia e il ricovero, invece che necessari e benefici, possono essere vissuti come un’ulteriore punizione e come una pena da pagare per le colpe commesse. Dopo i sei anni è maggiormente attrezzato a comprendere il concetto di malattia, anche se, nei momenti di sofferenza, può perdurare in lui l’idea che i medici e gli infermieri siano una sorta di giustizieri che lo puniscono per qualcosa di sbagliato che hai fatto. Infine il ragazzo adolescente seppur in grado di comprendere “razionalmente” quello che gli accade può, in alcuni casi, arrivare a non accettare la malattia, fino a negarne l’esistenza. Proprio in un’età in cui si desidera libertà, autonomia, sicurezza, i limiti imposti da una salute precaria possono divenire intollerabili. Questo atteggiamento può risultare molto pericoloso quando la persona arriva a rifiutare le terapie e mette in atto comportamenti incompatibili al suo stato di malato, come, per esempio, giocare a pallone sotto il sole, quando gli è stato espressamente detto che non deve fare sforzi…
A tutte le età, riuscire a capire e a convivere con la malattia richiede sostegno, forza d'animo e una riorganizzazione della propria vita.
a la prochaine
m

lunedì 19 gennaio 2009

IL DONO


Succede che alcune volte riceva delle mance...la cosa mi fa piacere ma non mi entusiasma, anzi talvolta mi crea imbarazzo....cmq non è una cosa che mi interessa particolarmente...ciò che veramente mi manda in brodo di giuggiole è ricevere un dono del bambino..più è suo e più mi piace...chiaramente mi rifersisco a disegni, messaggi, letterine....abbiamo a disposizione una cassetta delle lettere in cui ciascuno può lasciare una sua opera...la qualità del disegno mi attira relativamente, ma è il suo contenuto che mi attrae parecchio...spesso è la prima cosa che faccio giunto in reparto, controllare se c'è posta...a volte non c'è, altre volte parecchia...tanti splendidi regali che gelosamente ammiriamo, custodiamo e cataloghiamo...anche un tratto di matita (che ricorda forse una scimmietta incontrata in reparto) impresso su di uno scottex è assai bello...letterine sgrammaticate e storte che passione!...disegni sinceri che mi aiutano a intuire come quel singolo bambino mi abbia vissuto: colorato o grigio? magico o noioso? ogni matita racconta e dipana dei vissuti...anche i commenti dei genitori sono graditissimi...ogni cosa sincera è apprezzata e ci riempie il cuore....ciò che non mi piace sono invece i disegni prestampati, anche se colorati perbenino dai bambini, quelli non mi garbano punto...preferisco allora una bella mancetta...abientò

m









domenica 18 gennaio 2009

CAVALLI DI FRISIA

come quelli che talvolta uno schieramento può utilizzare per impedire l'avanzata del nemico...oppure uno splendido brano di Testa...ma anche barriere che si possono erigere per non far avvicinare l'altro, ritenuto come ostile e sconosciuto...tali difese possono essere facilmente identificabili se espresse verbalmente...ma più subdole se comunicate con il linguaggio del corpo....nel lavoro del Magicoliere tali segnali vanno saputi leggere e gestire per rendere un incontro sereno e piacevole....toni di voce, posture del corpo, mimica e gestualità possono rivelarsi potentissimi cavalli di frisia....di fronte a situazioni come qt la tentazione sarebbe attaccare e affondare la lama....ma non credo sia proprio il caso...mai...ci sono invece tanti modi per voltare la frittata e far schiudere sorrisi e disponibilità affettive alle persone....il mettersi nei loro panni può aiutare a capire e a risolvere l'impasse...talvolta basta veramente poco per rompere il guscio e abbandonarsi al gusto del gioco, sia per i piccoli che per i grandi...smussare gli angoli è molto meno faticoso che chiudere una porta e andare via.....
probabilmente non si è capito un granchè ma per oggi è così, se vi pare
mirko

venerdì 9 gennaio 2009

IL GRANDE BOH !!

Una volta, durante un brainstorming di gruppo su quella stramba fase di sviluppo fisiologico e psicologico notoriamente chiamata adolescenza, emerse la definizione che dà il titolo al post...l'adolescenza come il grande boh... da psicologo ne ho sentite parecchie e diverse ma questa espressione mi viene sempre in mente...per me è proprio così....ma cosa sono i ragazzi? oggi tutto e domani nulla...ti odiano e ti amano....si picchiano e poi si giurano amicizia eterna..non ti lascerò mai e il giorno stesso ho già un'altra..certo che anche da adulti è così, ma a qt età il processo è accelerato all'inverosimile...non mi è mai piaciuto ragionare per categorie ma veramente alcune caratteristiche spesso accomunanano gruppi di persone...a me i ragazzi piacciono da morire...se gratti un po' di patina in superficie si apre spesso un mondo coloratissimo...insieme sono una cosa, da soli un 'altra....alcuni già uomini e donne altri ancora bambini....cercano un'identità e sperimentano modi di essere che lasciano esterrefatti per la loro eterogeneità...oggi punk e domani hippy, capelli rasati e poi con la cresta...tutto cambia nel giro di giorni...quella prof è stronza e le sfascio la macchina e dopo è una divinità che ti sa capire e valorizzare....questa scuola fa schifo anzi è quella giusta per me...voglio andare a lavorare e non studiare ma non so cosa voglia dire lavorare e non ho la più pallida idea di cosa fare...sono uno che sa capire e ascoltare le persone ma mi piace scherzare ed è per questo che perseguito un mio compagno dall'inizio dell'anno....i ragazzi si sentono sempre normale, come se parlare e giocare con le emozioni fosse un tabù..una cosa troppo rischiosa e imbarazzante per essere affrontata e comunicata....il mio lavoro a scuola è quello di esere discretamente presente, con leggerezza e professionalità, per portare avanti insieme l'anno scolastico nel miglior modo possibile....il grande boh non sa ancora cosa sia, ma sta provando, provando, provando...
una serena giornata
m

lunedì 5 gennaio 2009

LA SAMANTA


senza h è la scimmietta...con l'h la mia compagna magicoliera...strane bizzarrie della vita..prima è venuta la scimmietta poi l'altra...la seconda faccia della medaglia è che spesso le letterine ed i disegni più dolci sono indirizzati genericamente a samanta..ma non è dato sapere se a quella di ciccia o di stoffa...Samanta è più di un pupazzo, un burattino...meglio definirla come personaggio mediatore, quello che probabilmente uso più spesso...con il tempo è diventata viva, con un suo carattere i suoi bisogni, le sue battute...insomma una bella peperina...va bene per tutte le fascie di età...dal bimbo di 6 mesi al ragazzo di 16 anni..chiaro che il modo di usarla cambia parecchio..è parte di me e ogni volta che la uso continua a stupirmi...si muove quasi indipendentemente dalla mia volontà e talvolta i bimbi hanno occhi solo per lei....qualsiasi altra cosa può perdere di senso dopo Samanta....sì bello, ma Samanta quando torna?....dopo glielo diciamo a Samanta?....i più piccoli la vogliono abbracciare e sbaciucchiare...Sam fa ridere e fa i versi, fa magie, balla, suona...è dissacrante e provocatoria...parla nel mio orecchio ed io rifersico a voce alta...talvolta mi fa innervosire per i dispetti che combina..con il personaggio mediatore è possibile realizzare i più svariati sketch del tipo clown augusto e bianco...è affabile e favorisce l'instaurarsi di una relazione magica con il bimbo...ogni cosa che promette al bimbo la mantiene e non tradisce mai la sua innocenza...a distanza di mesi ed anni i bimbi nuovamente ricoverati la ritrovano sempre in ospedale...a giocare in prima linea e a dare continuità ad un indelebile fil rouge....quando saluta lo fa con amore e offre al piccolo il tempo di realizzare che sta andando...

non va mai data al bambino perchè altrimenti diverebbe un semplice pupazzo...senza anima.

notte, mirko