sabato 28 novembre 2009

IL MANDARINO

quando la campanella suona lui è tra i primi ad uscire, mentre io resto a scuola a riordinare le mie cose e le idee...lui è un ragazzo silenzioso e riservato, ma con gli occhi che lasciano il segno...quando lo guardo bene mi accorgo che è ancora un bambino...anche se ha già imparato a cucirsi addosso quella scorza di "finto duro", talvolta tipica dell'adolescenza....fa qualche cenno col capo ad alcuni compagni che incrocia e si mette a sedere sulle scale....all'inizio tra la ridda di scolari che vanno, la sua sagoma si confonde e si disperde..poi con il diradarsi della folla si staglia nitidamente tra il bianco sgargiante degli scalini.....fino a quando non rimane l'unica persona nel raggio di 100 metri...dove qualche minuto prima c'era un campo di battaglia assordante, ora c'è il silenzio e solo lui....ed aspetta per un bel po' da solo, vicino alla colonna....poi non so, immagino lo vengano a prendere o forse si dissolve per magia ad un ora stabilita e ricompare l'indomani alle otto, pronto per la scuola...questo non lo so...
lui non ha mai voglia di parlare tanto, ma però ti ascolta e ti risponde a cenni o sussurrando qualcosa a voce bassissima....i suoi occhi invece sono molto espressivi e penetranti....
io gli parlo e lui spesso sorride e credo di stargli simpatico...a scuola ne ha già combinate di cotte e di crude ed è il classico ragazzo a rischio dispersione.... ed è anche il classico ragazzo a cui io tengo in maniera particolare e a cui mi affeziono maggiormente...a volte basta poco per indirizzare bene una relazione, magari un gesto, pur strano che sia...un'azione che magari ad occhi poco attenti non dice niente, ma che può essere invece ricca di significati...senza dire nulla io esco da scuola, prendo la macchina e a motore acceso abbasso il finistrino a mi posiziono nei pressi degli scalini bianchi...un braccio alzato per richiamare l'attenzione...prendo dal sacchetto un mandarino e lo lancio verso lui che lo afferra al volo ...un cenno di saluto e "à la prochaine"...
m lo yankee

venerdì 20 novembre 2009

TROTTA CAVALLO

da piccoli io e checco si giocava a stare uno di fronte all'altro, a dieci metri di distanza, lungo una strada dove di macchine ne passavano davvero poche...il gioco era quello di dare una puntata fortissima alla palla e se quello davanti non la prendeva doveva trottare come un cavallo per andare a riprenderla...non c'erano vincitori ma solo provetti trottatori e, spesso, nel tentativo di rendere la palla veloce come un missile la mira difettava e andava a finire in una delle tante ville disabitate del quartiere...si scavalcava e si ripartiva...in questo periodo io al lavoro sto trottando come all'ora..e tra poco inizierò a galoppare...anche se la cosa non è che mi sfizi troppo perchè il troppo mi fa curare meno le cose che amo e non mi fa rendere come potrei...poi lo stress è tremendo e fa molto male alla mente e al corpo....quindi preferirei provare a galoppare e a godermi appieno la mia vita...ho riniziato a scuola, l'ospedale continua a ritmo regolare, sto seguendo privatamente un paio di bimbi, sono dietro al mio secondo libro e ad un progetto importante, ma più che altro molta energia la dedico al corso "giochi per meravigliare" che sto svolgendo a casa mia, nella mia stanza attrezzata dei giochi...questa è un'esperienza splendida e veramente inusuale...e la sento proprio mia al 100 per cento...ogni incontro è una magia e non so mai quali argomenti toccheremo e cosa con precisione faremo...l'atmosfera è frizzante e sta venendo fuori proprio un corso come ho sempre sognato....con tutti i giochi che mi servono a disposizione, tanto tempo per insegnare, inventare e sperimentare, pausa cena davanti al camino acceso, scherzi e tanto piacere di condividere questa esperienza con i partecipanti....e tante altre amenità di questo genere....una ganzata a tutto tondo.... per ora sono bello carico e sono molto curioso di vedere come andrà questa settimana caliente...
m al camino

mercoledì 11 novembre 2009

IL TORERO CAMOMILLO


lui si che ha raggiunto la pace dei sensi...la vera essenza dell'impertubabilità...l'arena è gremita che lo aspetta per vedere il sangue e matare il toro...invece lui arriva, sonnolento, e si mette a dormire, usando l'ungolato come un cuscino....gran persona Camomillo....in certe occasioni mi piace prendere esempio da lui....non nel senso di appisolarmi accanto al toro, ma riuscire a mantenere la calma in certe situazioni complicate....quando, per esempio, la nonna fa la ganza con la nuora e si fa vedere che con il bimbo ci sa fare e che il bimbo le vuole un mondo di bene....e quel beccaccio non si chiude mai e dice bischerate a ripetizione...la tentazione è quella di prenderla per il bavero e attaccarla alla parete...

o quando tutte le stanze sono terminate e ne rimane una...una sola dove i dottori si sono raccomandati di passare...ma il bimbo in questione dorme da 3 ore filate...e non ne vuole sapere di svegliarsi.....la tentazione è quella di entrare con un tamburo e un rullante e percuoterli fino a scassarli e poi spalancare le serrande....

oppure nel momento in cui tutto scorre da dio e dopo mezz'ora sono quasi arrivato in fondo al mio incontro ma , nella stanza, entra il cuginetto insieme ad uno stuolo di parenti...e il babbo del bimbo con cui sto giocando si rivolge al cuginetto così - il tato è bravissimo, vieni a vedere che ti fa uno spettacolino -.......la tentazione è quella di montare scalzo sopra il letto, tuffarmi con un carpiato e affondare i miei piedi uniti nello stomaco del babbo...

in tutte queste occasioni mi torna in mente il savuarfer di camomillo e mi lascio catturare dalla sua pacatezza...così invece dell'istinto animale trionfa sempre la dolcezza e la diplomazia...e anche nel dire certi "no" prevale il bon tone e quella sottile ironia che spiazza le persone.
m . occhi di toro

venerdì 6 novembre 2009

L'IMMERSIONE DI ARTURO


alla fine è andata proprio così, influenze A che piovono a grappoli e noi vestiti da palombari che si entra nelle stanze dei bambini....l'atmosfera è veramente post bellica..tutti girano con le mascherine e sono sempre a spruzzarsi disinfettante sulle mani...la mia eccitazione era alta, probabilmente perchè sperimentavo una cosa nuova....poi nelle stanze si può entrare senza nulla in mano, per evitare rischi di contagio...oppure si possono utilizzare cose che poi si buttano o che si possono facilmente disinfettare....principalmente ho utilizzato la tecnica dell'affabulazione e il coccodrillo arturo che avevo messo sotto un sacchetto trasparente per surgelati....il coccodrillo parla e ha detto un sacco di bischerate...la prima stanza è andata da dio, ma già mi rendevo conto di quanto fosse difficile giocare tutto bardato con mascherina, cappello, guanti, copricamice e occhialoni....mi sentivo quasi in un altra dimensione e ogni volta che iniziavo una frase mi pentivo, perchè finirla era sempre un'impresa...oltre agli occhiali sempre appannati, respirare e parlare insieme è veramente faticoso....insomma la mascherina rompe veramente le scatole....

nella seconda stanza l'ambiente era down, il bimbo sull'arrabbiato e il distaccato ed i genitori algidi come il ghiaccio.....ho tripolato parecchio e non è che le cose siano andate così bene..insomma ho fatto il compitino con molta fatica...percepivo quei brutti silenzi che si creano quando non tutto fila liscio...percepivo nel vero senso della parola, nel senso che mi immagino che le cose siano andate così, in quanto da sotto lo scafandro le cose ti sembrano, ma non puoi esserne sicuro....poi anche il bimbo aveva la mascherina con occhiali e tutti e due ci si intravedeva, tanto che se ci incontrassimo a volti scoperti non ci riconosceremmo....da sotto la mia armatura io agivo un po' a manovella e non trovavo il modo di stabilire una relazione...ad un certo punto ho avuto anche la fantasia che mi avessero prelevato degli alieni sopra un'astronave e che a breve mi avrebbero vivisezionato per scoprire i segreti dell'uomo....so solo che Arturo, da sotto il sacchetto, gli ha chiesto di alzare un braccio...lui è rimasto con il braccio giù...poi non ricordo come arturo abbia continuato...sono solo fatti suoi.

m. e a.

martedì 3 novembre 2009

LO SCAFANDRO


pensavo di andare in ospedale per giocare e invece la realtà era ben diversa....un silenzio post nucleare, un po' di nervosismo e sparute persone che ogni tanto si affacciavano con la mascherina dalle loro camere...cartelli di avviso qua e là....infermieri e ausiliari bardati come cosmonauti e disinfettante dapertutto....mi sa tanto che è venuta a trovarci l' A/h1N1.....che poi se c'è topo gigio che ci dice come tenerla a bada stiamo a posto....sarà anche un'influenza simile alle altre ma io sto casino non l'avevo mai visto....va bè, fattostà che per la prima volta mi sono trovato a lavorare, senza mai toglierla, con la mascherina...è una bella rottura davvero, anche se faceva buffo vedere tutti con la mascherina...mi dava l'idea fossimo dei banditi pronti per la rapina in banca....la mascherina oltre ad essere proprio fastidiosa ti copre gran parte della mimica del viso, aspetto molto importante nella relazione con i bimbi....ho cercato di valorizzare maggiormente il parlato e la gestualità e buonanotte al secchio...l'unica cosa è che ad un certo punto faticavo ad essere concentrato e la mia mente divagava per i fatti suoi...un po' stordito ho tripolato un po' a mantenere una buona presenza e un'attenzione adeguata...non so perchè....
poi ieri non si poteva, ma oggi ci saranno alcune situazioni che se potrò andarci dovrò farlo con lo scafandro...e cioè guanti, copricamice, mascherina con valvola, occhiali, copricapo, copriscarpe...e senza portare nulla con me....pronto all'immersione

m. dal profondo degli abissi