sabato 28 febbraio 2009

T'ASPETTO FUORI

mi hai pestato il piede, ti aspetto fuori!...mi hai urtato con la spalla o addirittura nn mi conosci e mi hai guardato dai piedi alla testa, ti aspetto fuori!...hai reagito ad una mia provocazione? te la sei proprio cercata, ti aspetto fuori!..hai detto al prof che ti do spinte, cazzottini, ciaffatine e ti rubo la merenda senza che tu possa fare nulla? summa infamia, poi di che nn lo sapevi, ti aspetto fuori!....ma fuori che succede? si prende un aperitivo insieme per chiarire forse la situazione oppure, non riuscendosi a conciliare, ognuno per sè e dio per tutti? raramente le cose procedono in qt modo....troviamo dei compagni scrupolosi che ci aiutano a trovare un accordo e a rasserenarsi? ancora più difficile....va bè, male che vada si tratta di una brutta minaccia, forse qc spintone e nulla più...ancora acqua.....l'espressione ti aspetto fuori può gelare come il condannato alla gogna, è una roba seria...è tipo un debito che ormai devi saldare ad esattori biechi e surrettizi che fuori non solo ti aspettano davvero ma non sono neanche soli...spesso bande organizzate di ragazzi sparpagliati per il paese che in un batter d'occhio arrivano all'appuntamento....spesso si saltano i convenevoli e una volta individuato il malcapitato lo assalgono violentemente...chi è fortunato riesce a scappare, magari uscendo qc minuto prima o facendosi portare il motorino da un amico in qc strada secondaria e passando dalla finestra...non si scherza con chi ti aspetta! meglio evitare...ma se il gong per te è ormai suonato ci saranno altre occasioni per aspettarti, al carnevale, alla costa, in passeggiata...uff! non serve neanche più il mitico cugino, fantasmatico o reale....il Sansone della situazione che sbriglia la matassa...altri tempi quelli del cugino....d'altronde la Rete a che serve se non per essere sempre pronti e al pezzo? basta una messangerata ed il gioco è fatto..la voce corre e l'infame ormai è etichettato....per fortuna, nelle bande, ci sono anche le bimbe che portano un po' di grazia ed armonia, niente calci o borchie, loro si limitano a tirarsi e strapparsi i capelli accompagnando il tutto con graffi e morsi...lo stile è una cosa seria e non va mai banalizzato...le bimbe picchiano diversamente, e che cavolo!...però, girano anche alcune incredibili leggende che fanno sgranare gli occhi...si dice che alcuni insospettabili ragazzi, con le stigmate di coloro che si meritano di essere aspettati, a distanza di tempo non abbiano ancora mai trovato nessuno fuori...ma spesso hanno il cuore in gola, anche perchè tanto gli adulti non sanno o non capiscono.
causticamente, m

mercoledì 18 febbraio 2009

CHIUDI LA PORTA?

alcune amene figure, spesso estranee, passano, lasciano e vanno via...così ogni tanto può accadere, senza calore, senza amore, senza nulla...ciò stranamente può eccitare i grandi come grilli e lasciare i piccoli come un sacco vuoto...mi riferisco a tutte le situazioni in cui uno o più adulti, non solo in ospedale, intendono divertire e allietare i bimbi attraverso dei regali...
così appena compiuta l'operazione, veloce ed efficace come un'incursione delle teste di cuoio, il bimbo vuol chiudere la porta, forse per non essere più disturbato...
è curioso osservare come certe cose, che agli occhi degli adulti sono fichissime e divertentissime per i bambini, possano in realtà lasciare del tutto indifferenti o addirittura infastidire...per esempio un bel palloncino fatto e buttato là, per me ha veramente poco senso, può riempire gli occhi e poco altro...passare con un sacchetto a distribuire dei palloncini come le noccioline con le scimmie, è per me come un cazzotto nello stomaco...boh? oppure fare dei raid nelle stanze dei bimbi lasciando regalini vari...non è l'oggetto che fa la gioia del bimbo ma come lo si usa...così un palloncino può rivelarsi molto più efficace se magari mentre lo si annoda viene fatto volare via...avete mai fatto caso come un bambino possa ridere non quando gli viene regalata una scultura pluriaccessoriata, ma quando accidentalmente scoppia un pallocino...qt può creare imbarazzo nell'adulto perchè crede di aver fatto una figuraccia mentre il bimbo gode...prendendo spunto da questo accadimento si può continuare a gonfiare un altro palloncino che sbadatamente ci si annoda al dito e che poi viene annodato dalla parte sbagliata sgonfiandosi...così vuol dire giocare con uno strumento....gli adulti invece chiedono per il piccolo regali tangibili e duraturi che riempiono la pancia, ma solo quella...meravigliare un bimbo è giocare con lui e non dargli degli oggetti...così accade che quando vengono dimessi possono lasciare sul letto delle cose che gli sono state regalate ma non i ricordi che si portano nel cuore......ipse dixit
m

martedì 17 febbraio 2009

LE FREDDURE

sono dei motti di spirito un po' acidi, fanno sorridere ma difficilmente ridere...insomma può accadere che lascino spiazzati perchè magari insensati o troppo banali...le freddure lasciano di ghiaccio e un po' di amaro in bocca, sono brevi e chiaramente nel presentarle si tende a valorizzare la teatralità del racconto....via, famnmi pensare, ecco un esempio di freddura è questo.... due monetine in cima ad una rampa di scale, una fa all'altra: attenta al gradin, din, din,din.....devo ammettere che è abbastanza terribile però con i ragazzi può funzionare, non con i bimbi...le sto provando da un po' e sto valutando se inserirle nel metodo "spunti comici"......a me non è che piacciano, anzi qd me le raccontono mi annoio terribilmente, però qd intuisco che la cosa può attecchire nel mio lavoro il discorso cambia..mi annoiano uguale ma qd le propongo la mia energia va a mille...Due palloncini che volano sopra il deserto. Uno dice all'altro:"Attento al cactussssssssssssssssssssss". L'altro:"Quale cactussssssssssssssssssss”.
Le freddure vanno distillate a gocce, non è che mi metta lì a recitarle come un rosario...ma una ogni tanto le sto usando...magari inframezzate tra un gioco di prestigio e uno di logica....poi qc giorno fa mi è capitato di sentire in tv una freddura, di quelle che fanno fare le smorfie con la bocca: Un daino incontra un altro daiono e gli chiede: “Giochiamo a nascondaino?”. L’altro daino risponde:”Dai no”......subito l'ho fatta mia e forse visto che per me il caso raramente è da considerarsi tale, per ora cotinuo a perlustrare questa strada, fredda da morire.
mirko

sabato 14 febbraio 2009

DIFFERENTI MODI DI GIOCARE CON I BAMBINI

Breve stralcio del mio libro (spero a breve in uscita) sulla presentazione del nst metodo di lavoro................
Giocare in ospedale vuol dire molte cose. Ci può essere il bimbo che va pazzo per i giochi di magia, quello che desidera le sue belle sculture di palloncini, un altro che si entusiasma a tirare della palle di gomma dentro un cesto, oppure che si scioglie dalle risate di fronte a delle gag comiche o si incanta ascoltando un racconto fantastico.
Dietro ogni porta c’è un bambino diverso ed il nostro modo di giocare con lui è condizionato da fattori quali l’età, lo stato di salute, l’umore, i familiari. Oltre a ciò ogni bambino ha gusti e preferenze proprie rispetto al tipo di gioco da fare, poi c’è da valutare se ne ha voglia... E noi? Vi capita mai di sentirvi stufi di fare un certo gioco e vi andrebbe di cambiare? Potrei continuare per pagine e pagine a parlare delle variabili che possono influenzare ogni incontro di gioco.Perciò, in tutti questi anni abbiamo sviluppato 12 differenti metodi che caratterizzano il modo di giocare dei Magicolieri, che si modifica in base alle circostanze....
........................................................................................
....................................................................
I 12 METODI
I metodi utilizzati e descritti nel libro sono:
· Affabulazione
L’arte dell’inventare, raccontare, interpretare storie e racconti fantastici.
· Baby games
Batteria di giochi senso-motori orientati a ottimizzare le limitate possibilità di movimento del bambino ricoverato.
· Giochi di prestigio
Giochi di magia in cui si vuole valorizzare la bellezza estetica dell’effetto e l’abilità nel proporlo.
· Giochi con i palloncini
Attività che presuppongono l’utilizzo del palloncino, con cui non solo si possono realizzare splendide sculture, ma anche raccontare storie immaginarie, fare magie e far ridere.
· Improvvisazioni ludiche
Creazione estemporanea di proposte ludiche in base alle diverse situazioni ed esigenze.
· Magia comica
Giochi di magia in cui emerge l’aspetto narrativo ed umoristico.
· Musicoleria
L’armonia e la dolcezza della musica al servizio del bambino.
· Personaggio mediatore
Quando un pupazzo prende vita e riesce ad incantare.
· Prove di logica
Una serie di ricercati e bizzarri rompicapo, rebus, enigmi, indovinelli.
· Scatola sensoriale
Uno strumento che, prevalentemente, valorizza il canale tattile, olfattivo ed uditivo.
· Spunti comici
Per suscitare risate e buon umore attraverso la mimica, la gestualità, il modo di parlare, gag ed oggetti comici.
· Top-secret
Consiste in una batteria di stupefacenti giochi di magia e di illusione ottica che vengono presentati, insegnati ed infine costruiti insieme al bambino.

giovedì 12 febbraio 2009

PASSATE ANCHE DA NOI ?

non credo proprio, la mia idea è quella di passare a trovare tutti i bambini, ma proprio tutti salvo il suo signora e lo stesso la mia compagna magicoliera passerà imperturbabile di fronte alla vst stanza parandosi lo sguardo con la mano...anche una frase del genere, posta nel giusto modo, può divenire comica e suscitare nel genitore subito un sorriso...la creatività nel mio lavoro è quotidiana, sia nel bene che nel male...una serenità d'animo e una buona preparazione aiuta a trovare le coose giuste da dire e il momento buono per dirle...confondere e spiazzare, divertendosi giocando...che dire, la cosa mi stuzzica parecchio...creare una dimensione parallela dove le persone possono perdersi e ritrovarsi in continuazione...l'obiettivo resta sempre quello di incidere positivamente sulla qualità del ricovero...sapendo che le cose che proponiamo hanno una valenza psicologica e pedagogica, talvolta incompresa agli occhi delle persone meno attente...giocare in ospedale è secondo noi molto diverso che giocare, per esempio ad un compleanno..cambia il contesto e cambia la psicologia dell'utenza...ogni parola o proposta è mirata a meravigliare e impegnare la mente del bambino e dei familiari creando uno spazio sottile di fantasia e colore dove è piacevole lasciarsi cullare...quindi sì signora, passiamo anche da lei, perchè ogni incontro è un'occasione speciale di crescita e gioia.
mirko

martedì 10 febbraio 2009

L'IRA DI ACHILLE


non vi venga in mente di toccare il cugino di achille che poi letteralmente il grade guerriero acheo si imbufalisce fino a qd non ottiene la vostra testa....ettore parecchi anni fa ne fece le spese...achille da solo fuori dalle mura di troia a chiamarlo a squarciagola per risolvere il tutto in singolar tenzone...poi dopo averlo seccato, insaziabile, se lo lega al calesse e lo porta via per dargli fuoco al calar della sera...questo si che vuol dire arrabbiato! ecco talvota quando esco dalla mia scuola mi sento così, come achille intendo...ascolto e mi confronto con situazioni così al limite o così arroganti che non riesco a sublimare la mia tensione istantaneamente...qt perchè come un consumato e provetto clochard mangio qualcosa alla rinfusa in un parcheggio di un supermercato, ascolto un po' di musica e poi, nell'arco di neanche una mezz'oretta o poco più inizio in ospedale, dove non posso assolutamente permettermi di scaricare le mie frustrazioni...spesso il miracolo è che la maschera cui accennavo qualche post passato mi aiuta alla grande e tutto fila liscio...le mie arrabbiature precedenti restano fuori dalla porta del reparto o si dissolvono..talvolta vengono riprese ridimensionate a fine servizio...qt cosa l'ho imparata con l'esperienza, i primi anni per me erano drammatici sotto qt punto di vista..e non riuscivo a staccare e le amarezze si accumulavano....ora è difficile sia così, spesso dopo poco che ho finito il lavoro, l'ira di achille se ne va e torna solo la mattina dopo qd rientro al pezzo..lo stesso le sofferenze dei bambini ricoverati e dei loro familiari non mi sommergono più, le rispetto ma gli passo accanto senza permettergli di farmi male...per me qt è professionalità e non freddezza..amo il mio lavoro da morire e cerco di migliorarlo sempre, ma se gli permettessi di invadere la mia sfera privata non vivrei più e lavorerei anche malissimo....

purtroppo la stessa cosa non riesce a farla la scimmietta samanta che una volta a casa (vedere la foto) dopo aver allietato tanti bambini in ospedale non riesce fare a meno del suo cicchino e del suo gottino di vino...

cmq per inciso i miei scolari mi regalano anche tante gioie e i bimbi tanti sorrisi..un po' di libro cuore in fondo non guastava....

mirko

venerdì 6 febbraio 2009

LO SLANG

quando gioco e mi relaziono con un bambino cambia il mio modo di parlare, che già di per sè è abbastanza stravagante...se è piccolo utilizzo il così detto "baby talk" in cui prevale la cantilena e il calore delle parole, la prosodia e l'intonazione...dai tre-quattro anni in sù do molto peso a ciò che dico, oltre a come lo dico...ecco che spuntano continue esclamazioni, sbalzi di voci, timbri e altezze differenti di suono...le parole acquistano una forma iperbolica...il carino diviene eccezzionale e bellissimo...una cosa piacevole è ganzissima..il giusto diventa fico...i nomi dei personaggi che menziono sono assurdi: pizzipipino pappalessa, il mago cicciapuzza, callimaco saltasiepe, brigidina senzacoda.......gli intercalari divengono del tipo santa polenta e fresca insalata...fioccano a bizzeffe espressioni del tipo: hey amico, furbastro, birbone...il linguaggio fa parte del mio abito e merita un'attenzione particolare...il tutto viene accompagnato da una mimica e da una gestualità dirompente e colarata, cmq sempre in accordo con il contesto che sto vivendo...io sempre ci provo e spesso la cosa funziona, perchè le parole che uso le ho provate e scelte negli anni e quasi sempre fanno colpo...spesso sono i bimbi stessi che mi offrono espressioni bizzarre da cui prendere spunto o da copiare direttamente...Shock your time
m

mercoledì 4 febbraio 2009

LA MAIEUTICA

Pensieri che scorrono,
se accarezzati dal chiaro di luna,
in rivoli di acqua pura
che nel mare col sole si mescolano.

martedì 3 febbraio 2009

IL GONG

qd facevo meditazione, diversi anni fa ormai...arrivati in fondo il maestro suonava il campanellino per farci capire che eravamo arrivati alla fine...quindi si riprendeva contatto gradualmente con tutte le cose attorno a noi e ci preparavamo serenamente alla fine dell'incontro...penso che per un professionista che lavora nel campo delle relazioni umane sia indispensabile che accompagni le persone al termine di un percorso, siano esse bambini che adulti...e poi cmq ogni cosa della vita quando finisce in modo brusco risulta più sgradevole e difficile da accettare...vabbè non divaghiamo...anche quando gioco con delle persone è importante suonare un gong metaforico per far capire che ci stiamo avvicinando alla fine...per il bimbo piccolo, tra le mille cose possibili, può essere azionare il carillon appeso al carrellino la cui nenia avvolge e contiene, per quello grandicello la cosa può essere verbalizzata e sdrammatizzata...amico sei troppo fico e starei con te tutto il giorno, ma anche io a casa ho qcn che mi aspetta: un pesciolino rosso, un orsacchiotto e un gattino...meglio che niente!... il mio gong è interiorizzato e dopo che è suonato faccio intercorrere un po' di tempo per far abituare il bimbo alla cosa...quando suona non si sa, non c'è un tempo preciso..ma bensì seguo un criterio che per me è un paradigma: andare un attimo prima che lo stupore negli occhi delle persone si dilegui...in quel sottile momento che se non viene rispettato può trasformare un Magicoliere in un animatore...quindi in alcune stanze il gong può suonare dopo 10 minuti, in altre dopo 20 o 30...e chi lo sa? ..grazie al gong il bimbo non piange e non si lamenta quasi mai quando vado...anche perchè sa che il giorno dopo il gong suonerà di nuovo per lui.
ad maiora, mirko