martedì 23 agosto 2011

L'ANGELO E LA PAZIENZA

la bimba sdraiata sul letto non dormiva, faceva finta di dormire.....era palese che stava ricercando l'interesse e l'attenzione del babbo e della mamma, accanto a lei nella stanza...cinque anni, da un po' di tempo ricoverata, nervosa ed acciaccata.....genitori oppressivi che le stavano addosso come cozze sugli scogli...sprecavano il tempo a dirle di svegliarsi e di guardarmi...più chiedi ad un bimbo di fare una cosa e meno sono le probabilità che la faccia....provavano a scoprirla, parlarle, accarezzarle la testa, toglierle il ciuccio...ogni tentativo di destare il suo interesse veniva puntualmente frustrato da grida e pianti di stizza, talmente potenti da far tremare le pareti....genitori, in casi come questi la cosa migliore è non fare niente, lasciatela stare......se ad un bimbo interessa ciò che faccio sarà lui, spontaneamente, ad aprire gli occhi ed osservarmi...non va incalzato, ma rispettato e compreso nel suo modo di essere...dopo essere riuscito a contenere e tranquillizzare il disagio dei genitori ho giocato per dieci minuti da solo, interagendo con la piccola che dormiva...non le chiedevo nè la stuzzicavo...raccontavo con voce soft ciò che facevo, arricchendo le parole di particolari e di calore.....la mamma mi guardava smarrita e diceva che le dispiaceva.....io ero sereno perchè ero sicuro che, male che andasse, non avrei fatto danni......il tempo è trascorso tra bolle, palloncini e musica ....lei è rimasta con gli occhi chiusi...ho terminato l'incontro, ho salutato la bimba dicendole quando sarei ritornato, un sorriso ai parenti e sono andato...

conto fino a venti e la mamma esce dalla stanza per ricercarmi....la bimba aveva aperto gli occhi e chiedeva di me....sono tornato...la bimba aveva due bellissimi occhi azzurri

m

giovedì 18 agosto 2011

NAMASTE'



senza dimensione, spazio, tempo......sospeso nell'indissolubile a mezz'aria....la pace nel caos...brodo primordiale sfumato da colori pastello....rumore che diventa suono....una porta basculante sul mondo...prosa e poesia...NEPAL

santoni, asceti, anacoreti.....i Sadhu che lasciano tutto per coltivare la propria spiritualità...e girano mezzi nudi con ceste di capelli arruffati in testa....la pelle intrisa di colori decisi e gli occhi imperscrutabili.....credo che alcuni siano roba per turisti, mentre altri no....la mia ricerca del Sadhu genuino, quello che ha fatto una scelta di vita forte, che è in uno stato illuminato di nirvana, che nell'olimpo della spiritualità siede un gradino sotto Shiva e Vishnù si è protratta durante tutto il viaggio......uno degli ultimi giorni, lassù, abbarbicato sul monte ho trovato il suo rifugio.....da lontano pareva spartano e molto traballante....questo gli donava quel giusto fascino esoterico che rendeva l'esperienza ancora più accattivante....tra scimmie e vacche sacre, insieme ad altri pellegrini, mi sono diretto verso quel luogo sacro, immaginadolo traboccante di calore e samadhi....man mano che salivamo la mia fantasia di camminare scalzo tra fiori di loto ed offerte sacre che tappezzavano il sentiero, iniziava brutalmente a lasciare il posto ad un'altra triste realtà......in terra c'erano solo tubi vecchi di pringles, scarpe rotte, fazzoletti di carta colorata......l'odore non era di incenso ma di fango stantio e feci di animali.....gli scalini sempre più alti ed impegnativi ci hanno portato ad una terrazza antistante al sacro rifugio del maestro...lì abbiamo trovato i suoi discepoli...non stavano facendo meditazione e neanche pregavano......erano tutti sbronzi e si sfondavano di canne...più che religiosa l'atmosfera era goliardica e ridanciana.....gli adepti gesticolavano e ci invitavano ad unirci alla festa....la sensazione era la stessa che respiro quando i giovani alternativi della mia zona, dopo la chiusura del Circolo, si ritrovano a prolungare sul piazzale una sbronza importante...

no grazie....l'idea di noi pellegrini era quella di incontrare il vero Sadhu e farci spiegare il segreto della vita ed il perchè delle cose.....

giunti ormai alla meta ci viene detto che l'illuminato è nella sua stanza che medita e che ci sta aspettando.....chi ci parla è un suo discepolo, stordito e stanco....ci indica la porta da varcare, facendoci segno di abbassare il capo per non picchiare la testa sullo stipite...guardo in alto e non vedo il cielo, ma del plexigas a mo' di tettoia tenuta in piedi da bastoni e bambù di diversa misura.....le scarpe vanno tolte per evitare di portare nel tempio tutto ciò che di impuro e sporco abbiamo raccattato......il tempio non è un tempio...ma una triste triste dimora, sporca e maleodorante, sciatta e povera di qualsiasi perchè....la triste triste dimora si sviluppa dentro il monte e dopo qualche metro il soffito si abbassa e per arrivare nella stanza sacra del maestro bisogna passare da una porticina microscopica, alta meno di un metro....lo faccio..tutto è buio e laido....una candela illumina solo il necessario e lascia intuire la sagoma dell'illuminato, seduto sopra una roccia.....il posto è piccolissimo, irregolare e irrespirabile.....il maestro fuma e dice qualche parola.....non di benedizione..ci vuole far fumare la canna che tiene in bocca......la stanza angusta non può ospitare tutti i pellegrini...in tre siamo dentro e due fuori....sulle pareti muffa e muschio, un pacchetto di sigarette e indumenti sporchi sulla mensolina, una tavolaccia con su un oggetto che una volta era un materasso, sul pavimento...l'onorato dal mondo ci passa una ciotola e ci indica di mettercela sopra il viso.....immagino sia un rito di benvenuto....ignaro di ciò che sta accadendo faccio ciò che mi viene detto...prendo la ciotola dal primo pellegrino e la posiziono sopra il mio volto e poi la allungo ad un altro pellegrino nella stanza ....questi, a sua volta, ripete i miei gesti e passa la ciotola a chi è rimasto fuori e riesce a vedere l'oggetto in questione....e questo pellegrino ci dice con pacatezza....amici pellegrini non si tratta di una ciotola ma della parte superiore di un cranio umano.....

il sadhu intanto con voce rauca racconta che almeno una volta l'anno è solito mangiare carne umana....la prende nel fiume sacro o sulle pire dove gli induisti cremano i cadaveri...piccoli avanzi di corpi incendiati, niente di male in fondo....

tutti i pellegrini compostamente si alzano, salutano il maestro, si rimettono le scarpe e scivolano via, tra il fango e la mondizia, le scimmie e le vacche, i discepoli e le canne.....

azzicchitilu in do culu!



m. shariputra