venerdì 27 marzo 2009

IL BABBO PORCELLONE

questa è ganza per davvero..la magicoliera è brillante col bimbo e il babbo porcellone chiede come si chiama...lei quel giorno si chiamava Paola Carmen Salamino...fa una magia con l'orologio e il babbo porcellone le dice che è proprio una bella ragazza....lei glissa e balla al ritmo dello zecchino d'oro e il babbo porcellone le chiede l'età...uff, proprio non ci siamo per nulla...il bimbo ride e il babbo sbava...proprio un personaggio sullo squallido parecchio che poi, forse innervosito dal garbato rifiuto di Salamino, la mattina dopo si mette a fumare in camera e a riflettere sulle possibili future mosse....beccato in pieno dalle infermiere che biasimano il suo comportamento e fanno scattare una piccata reprimenda...il babbo stizzito e sorpreso dal rimprovero rifuma un'altra cicca e minaccia di denunciare tutti...boh! la mia riflessione è: perchè in tanti anni una mamma non mi ha mai chiesto il nome, non ha mai chiesto la mia età e non mi ha mai detto che sono bello?
m. frastornato

mercoledì 25 marzo 2009

GIOCARE PER LAVORO

il gioco è una cosa seria e se non facciamo in modo che sia così la magia svanisce..quando ero piccolo ricordo di una pubblicità dove c'era un signore incravattato sopra una bella macchina che si truccava allo specchietto retrovisore...lasciava intendere chissà quali risvolti mentre invece si truccava per andare a giocare con dei bimbi...crescendo, con il passare del tempo, sono riuscito a realizzare ciò che sognavo...lavorare giocando...in ogni cosa che faccio c'è il gioco, anche a scuola con gli studenti è una tecnica imprescindibile per stabilire in breve tempo un rapporto sincero e costruttivo...ma anche nel privato quando non c'è gioco la cosa mi annoia...alla base di qt c'è il piacere e la passione nell'imparare sempre nuovi modi di giocare...uguale importanza riscuote la parte psicologica, per fare in modo che il gioco apra la mente e il cuore, riusciendo a sbrogliare matesse ingarbugliate e piene di nodi...nella piacevolezza di un sorriso le tensioni spesso si dissolvono e può crearsi la condizione in cui delle persone riescano veramente a parlarsi...talvolta capita mi chiamino ad insegnare come giocare...anche se sono veramente a pezzi sento sempre dentro me una scintilla che fa divampare il fuoco dell'entusiasmo per il mio lavoro, che mi diverte da pazzi...anche perchè insegnando gioco anche io..e spesso insieme ad adulti di varie età ed estrazioni sociali, che con pochissima fatica tornano bambini...tanta roba davvero
ad maiora, m

mercoledì 18 marzo 2009

LA MERENDAIA

fin dall'inizio dell'anno potrebbe anche essere che si diano i soldi per la merenda e indietro nn venga un fico secco...per accaparrarsi l'ambita merenda si procede così: lista ad inizio mattinata, raccolta soldi e delegato della classe che consegna al bidello la lista ed i soldi...a sua volta il bidello consegna lista e soldi alla merendaia in persona che prima dell'intervallo fornisce le vettovaglie e le libagioni ad un delegato della classe che tornato alla base consegna il bottino agli affamati e assetati alunni....l'organizzazione stampo sovietico dei vari passaggi a volte scricchiola e si materializza il problema..e il ragazzo, gli insegnanti, gli ausiliari e le merendaie vanno in paranoia....per esempio le merende arrivano diverse da come erano state ordinate o talvolta non arrivano per nulla...oppure il resto o i conti nn tornano... Per Giunone! qui occorre chiarirsi le idee...cosa è successo? è stata la furbona della merendaia che si intasca i panini più golosi per sfamare la prole, oppure qc furbetto di studente che rubacchia qualche eurino per arrotondare la sua paghetta, o qualche ausiliare che ordisce oscuri disegni per intascarsi qualche centesimino o addirittura veri e propri professionisti esterni che si intrufolano nel caos mattutino delle scuole e, grazie a compiacenti studenti, si procacciono messicani, salse rosa ed esta thè da inserire nel mercato nero delle merendine?.....qt non è dato saperlo e quando capita un inceppo di qt tipo talvolta scatta la solidarietà tra compagni che offrono morsi di panini e sorsi di bevande...talvolta capita anche che un ragazzo abbia una brillante pensata e che nell'intervallo prenda casco e motorino e vada dal panaio a farsi fare un bello sfilatino con formaggio e salame...e tutti noi adulti siamo coscienti che dal panaio ci siano cibi più genuini, con meno strutto e grassi idrogenati, ma però per me l'ha fatta grossa uguale...
sayonara, m.

venerdì 13 marzo 2009

COSA FA RIDERE I BAMBINI


....un altro breve stralcio del mio libro, prossimamente pubblicato da Troll Edizioni...


Riuscire a far ridere un bambino è la cosa più bella del mio lavoro. Il bambino apprezza una comicità molto diversa da quella dell’adulto, una situazione comica che fa sbellicare dalle risate il primo, spesso fa solo sorridere il secondo. Per far ridere i bambini di solito occorre fare cose veramente stupide che però, per sortire l’effetto dovuto, vanno eseguite con convinzione, partecipazione e divertimento. Un ottima gag o battuta proposta con lo spirito e l’atteggiamento sbagliato non sortirà alcun effetto comico.
Ecco a voi alcuni spunti, molti dei quali verranno ampliati nel corso del libro:
- Classiche gag del clown bianco e del clown augusto
Il primo irreprensibile, composto, autoritario, severo; il secondo strampalato, pasticcione, dispettoso, giocherellone. Il bianco cuce, costruisce, propone, mentre l’augusto disfa, sorprende, prende in giro, banalizza. Il bianco afferma con assoluto rigore che una cosa non si deve fare e l’augusto puntualmente disobbedisce. Il bianco dice e l’augusto contraddice.
Il Magicoliere, che di solito lavora da solo, per formare questa coppia si avvale di uno specifico burattino (come vedremo più avanti) che assume il ruolo dell’augusto. Per esempio, posso dire al pupazzo, con tono risoluto, che è l’ora di fare la nanna, lui fa finta di addormentarsi e invece di nascosto mi fa la linguaccia.
Talvolta può capitare di realizzare gag insieme ad un collega. Per esempio un Magicoliere si esibisce convinto in una spettacolare magia, mentre l’altro, a sua insaputa, gli fa le corna da dietro.
- Vantarsi di essere bravo a fare qualcosa per poi fallire miseramente
Per esempio posso professarmi come un abilissimo mago che farà sparire una pallina dal pugno della mano. Dopo aver pronunciato la formula magica e qualche gesto rituale apro il pugno e la pallina è sempre lì…
Oppure dichiaro di saper modellare con i palloncini il coniglio più bello del mondo. Gli intenti sono buoni ma i risultati pessimi…
- Il linguaggio del corpo
Quando accade qualcosa il nostro corpo è il mezzo più potente di comunicazione. Se volutamente accentuo i miei gesti, la mia espressività, il mio paralinguaggio il bambino lo apprezza notevolmente. Se, per esempio, fingete di farvi male a un dito (magari per colpa di un palloncino che vi sbatte sopra…) provate a saltare, muovervi su e giù per la stanza, fare smorfie di dolore, disperarvi, ululare e mi direte l’effetto che sortisce!
- Comicità escrementizia
Trattare argomenti quali cacca, pipì, calzini sporchi, piedini puzzolenti funziona da matti. Ad esempio al bimbo, che mi chiede dov’è la mia collega che ha conosciuto il giorno prima, posso dire che non è potuta venire perché è stata male e ha fatto la cacca tutto il giorno.
Si può altrimenti usare un particolare fiore magico che appassisce, per il cattivo odore, ogni qual volta viene avvicinato ai piedini del bambino (come vedremo più avanti questo effetto avviene tirando un anellino situato all’estremità del gambo).
- Espressioni stravaganti ed inconsuete
Ascoltare esclamazioni tipo “fresca insalata”, “santa patata”, “mondo birbone”, “rien ne va plus” e via dicendo sortisce un effetto comico, oltre che emulativo.
- Goffaggine dell’adulto
Per esempio mentre giocolo spavaldo con tre palline mi cadono in terra (meglio sulla testa) oppure mentre gonfio un palloncino vola via o scoppia. Queste azioni, ancora di più se mi mostro imbarazzato, mandano il bambino in visibilio.
- L’esagerazione
Una cosa eccessivamente grande o piccola, ancor di più se a livello verbale si dice il contrario, è un ottimo strumento per promuovere delle risate. Per esempio: dichiaro di voler prendere la mia bacchetta magica tascabile e tiro fuori una bacchetta lunga quattro metri.
- Quando il bambino combina dei guai
Quando accade qualcosa di inaspettato che stupisce, senza mortificare. Per esempio: dico al bambino di reggere un attimo la mia preziosa bacchetta magica. Lui la prende e tra le sue mani si rompe. Oppure gonfio un palloncino e, senza legarlo, chiedo al piccolo se me lo regge. Lui lo afferra e tra le sue mani si sgonfia.
- Quando l’adulto combina dei guai
Per festeggiare una splendida magia eseguita dal pupazzo (come vedremo più avanti) il Magicoliere lo lancia in aria con l’intento di riprenderlo; manca accidentalmente la presa e il pupazzo cade sul pavimento.
- Chiedere al bambino delle cose ovvie come se fossero difficilissime
Propongo al bambino di chiudere gli occhi mentre il pupazzo (che muovo io) si nasconde. Il piccolo accoglie l’invito e una volta che li riapre ha il compito di scovare dove si è nascosto. Il nascondiglio, ahimé, risulta sempre eccessivamente visibile…
- Sbagliarsi clamorosamente nel chiamare o ripetere le cose con il giusto nome
Invece di “sonno” dire “tonno”, di “carino” dire “camino”, di “torta” dire “porta”, di “bottone” dire “dentone”……

lunedì 9 marzo 2009

L'ESTRANEO

tornato ora ora dall'ospedale, dove vado 4 volte la settimana..mi passa in mente una suggestione che mi va di afferrare e sviluppare al volo, visto che ho trovato il p.c. acceso....somministrare una terapia ad un bambino non è mai una cosa facile...in particolare se è terrorizzato dal ricovero, se è piccolo ed è appena arrivato...in qt casi si può erronaemente pensare che basta chiamare un magicoliere, metterlo al fianco del bimbo e la cosa si sistema...quasi come fosse un'espressione algebrica: Magicolire+bimbo=spensiaratezza e divertimento...io non credo che qt sia il modo migliore di procedere...già è delicato di per sè giocare con un bimbo in reparto perchè in pochi minuti occorre fare una buona prima impressione e stupire coinvolgendo...figuriamoci qd si è terrorizzati e già si urla...no no..molto meglio avere il tempo di conoscere il piccolo, familiarizzare con lui per poi procedere ad accompagnare la terapia del personale medico...se io fossi un bimbo spaventato in ospedale, in preda al panico di fronte ad adulti che mi vogliono bucherellare qua e là mi creerebbe ulteriore disturbo trovarmi di fronte ad un estraneo che mi vuole far divertire...salvo emergenze preferisco evitare qt situazioni per nn bruciarmi agli occhi del piccolo...poi magari capita che accade il miracolo e che anche in una situazione estrema da estraneo diventi improvvisamente una figura che catalizza pienamente il suo interesse...spesso invece si crea una spiacevole situazione di imbarazzo, dove rischio di sentirmi più di impaccio che di supporto...diverso è il discorso qd conosco il bambino, avendo già giocato con lui, magari anche qualche minuto prima delle procedure terapeutiche...basta poco poco...infatti spesso accade proprio così e le infermiere vengono qd la situazione è ideale..ma l'imprevisto è imponderabile....
oggi ero in una stanza con Luna (il mio personaggio mediatore a forma di orsetto lavatore) che era svenuta dopo aver annusato i piedini di un bambino che sapevano di formaggio con la muffa, qd arriva la mia amica infermiera che concitata, anche se con molta discrezione, mi chiama un attimo fuori...lascio un attimo Luna svenuta sul letto del piccolo ed esco...dovresti venire subito, c'è da occuparci veloce di un ragazzo che è venuto ora...è un ragazzo disabile grave molto grande...
Luna si è rinsavita subito con una bella puntura nel sedere, mi sono accomiatato dalla situazione in cui ero e nel giro di poco mi sono trovato con due infermiere in una stanza con un marcantonio sdraiato sopra il letto, stordito e preoccupato che solerte ispezionava lo spazio intorno a sè...due familiari con lui, subito disponibili e recettivi...oggi è scattata subito la scintilla e nonostante il ragazzone ogni tanto urlasse e si dimenasse è stato conquistato dalla musicoleria, da Samanta, dai palloncini, dai giochi di contatto....tutto è filato liscio e i suoi occhi erano così belli e vivi che avevo difficoltà ad andare via e mi hanno davvero lasciato senza fiato....così come la sorella e la nonna che con le maracas ed il cembalo in mano davano corpo all'orchestra e sorridevano compiaciute...tanta roba davvero
mirko

domenica 8 marzo 2009

NU SBALLAO LA PIRILINCA

Milichituli camatuli lepotinche, scaramatico sinfonico melodico, la lupa lepotinche, amalà clem clem...........Nu sballao la pirilinca pimenca pitonca capitan capinca reppetè o la lettera repettè o la lettera.............Va tu o singalalalù va tu fai fai va tu clema si oh, va tu o singalalalù.......Zuva budà tiende cumuscia oa, tinona ama zezzu e zozze
e potrei continuare per molto visto che la cosa non è affatto difficile...tutte queste espressioni sono delle formule magiche...è sì! proprio quelle paroline che possono far accadere l'inverosimile e l'inimmaginabile...nn mi piacciono espressioni inflazionate del tipo sim sala bim o abracadabra ormai desuete e prive di suggestione...mi sfizia invece averne di mie, talvolta esageratamente lunghe e complesse così da lasciare di stucco bimbi o genitori....un bambino vuole imparare una magia? no problem! basta conoscere la formula magica scritta sopra....come ogni altra cosa che utilizzo in ospedale la formula magica è uno strumento che utilizzo in modo differente a seconda della situazione: per creare comicità o magari legittimare e valorizzare un gioco di prestigio che lascia di stucco, per avere un pretesto per fare un po' di affabulazione, narrando di qd il mago Ciccia Puzza me la ha insegnata oppure per dare credibilità e professionalità al mio lavoro agli occhi degli adulti....e chi più ne ha più ne metta.....
le formule magiche che utilizzo sono pezzi di filastrocche, bans o canzoncine imparate nel corso degli anni in occasioni diverse...quando lavoravo in campi estivi, colonie balneari, compleanni, ascoltando colleghi o bambini stessi o partecipando a corsi o laboratori...ogni occasione è buona per apprendere e migliorare il lavoro che si fa....mi piace appuntarmi ogni cosa che mi interessa e mi colpisce, per poi col tempo personizzarla e farla mia...mi ricordo ad un campo estivo del wwf di un capo animatore, molto geloso delle sue tecniche, che intimò i bambini del suo gruppo di non fare parola con nessuno dei giochi che svolgevano insieme...e mi ricordo di me, appollaiato dietro una macchina che ascoltavo di nascosto i bambini ripetere tra loro i giochi imparati (in particolare filastrocche) e mi appuntavo sul mio taccuino qt ascoltato....caro capo animatore dei miei stivali che nn hai mai voluto condividere nulla, ora te lo posso dire: oh allele, aperitiva conga, ambassa ambassa ambassa, tango-oh-oh, simbadimbadibadie, undaidi undae, o alle bachinghe bachingà.
grazie, m

venerdì 6 marzo 2009

LE SINOSSI

ciascuna persona possiede piccoli segreti o manie che agli occhi degli altri possono apparire incomprensibili, bizzarre, divertenti.....quella per le parole è un po' la mia fissa ..mi piace impararne sempre di nuove e mi imbestialisco qd me le scordo...qd sono giù di morale spesso mi scordo il significato di alcuni termini che, appena posso, vado a cercare sul vocabolario...riflettendoci lo posso considerare un po' come il ciuccio del bimbo che aiuta a sentirsi meno soli e a contenersi...per qt negli anni parole come ermeneutica, euristico, filologia, disprassia, atassia....le avrò cercate migliaia di volte...per non parlare del termine epistemologia che nei libri di psicologia e filosofia trova la sua nicchia ideale..nn scriverei mai un libro di psicologia che parla di epistemologia...mi fa venire l'orticaria oltre a nn capire bene, ancora, cosa voglia dire....sto veramente meglio la mattina dopo un giorno di sbronza fina ....mi piacciono le parole tecniche ma adoro anche la praticità e la creatività del linguaggio....colori ed emozioni rendono viva la conversazione e stimolano interventi e riflessioni...in psicologia qt è un problema...spesso colleghi e specialisti parlano usando qt termini sterili e ricercati..in particolare in riunioni e congressi vari... perchè non riesco a capirlo proprio...in qt modo la fumosità dei discorsi rende stanchi e demotivati...io mi assento e non mi ricordo neanche più cosa avevo in mente di dire...recentemente ad una riunione molto prestigiosa, a livello regionale, mi hanno chiesto cosa pensassi delle sinossi che avevo di fronte e degli how-know...
ma vaff....
m

martedì 3 marzo 2009

RAGGIO DI SOLE

che pacchia! ci sono certi giochi o certe situazioni che pur ripetendosi mille volte sono sempre uno sballo....il solito modo di proporre una cosa può dare adito ad un'infinità di risposte diverse...qt aspetto forse è tra i più affascinanti del mio lavoro, una gag o una tecnica fatta così tante volte da essere ormai divenuta un automatismo...questo mi permette di dirigere la mia attenzione nn più sull'esecuzione del gioco ma sulla relazione con le persone e sull'improvvisazione...allora la nst figura diviene magica e con mille sfumature...ragazzo di tredici anni e una gag di magia comica fatta centinaia di volte, entra la nonna e le mie mani continuano con la tecnica mentre i miei occhi vanno a cercare gli occhi della nonna per stabilire un contatto silenzioso...nel giro di poco qcs scatta, perchè semplicemente sento che è il caso di farla scattare...il discorso col ragazzo cambia improvvisamente e inizio a parlare con lui di sue urgenti questioni amorose, lasciando intendere alla nonna di aver interrotto una discussione privata tra noi due, in realtà prima inesistente...di punto in bianco l'astante è catapultato in un'altra dimensione, inventata in toto...il mio tono è serio e paterno e dispenso allo stupefatto ragazzo consigli che lo lasciano sbalordito e frastornato...per quella bimba che ti piace non è il caso di fara tragica, le hai detto che le vuoi bene ma per quel regalino che mi dicevi forse è un po' presto..poi lo studio, trascurre la scuola per amore, alla tua età, è troppo esagerato...ho capito che nn pensi ad altro ma la letterina che le hai dato mi stuccava un po'... nulla è vero ma nessuno ci rimane male..la nonna non capisce se scherzo o sono serio e chiede se disturba ed il ragazzo diviene piacevolmente paonazzo...non è irritato ma divertito...la scintilla tra noi era scoccata e sentivo di non ferire nessuno..solo sorprendere e sparigliare le carte in tavola...interdire e confondere per poi scivolare via tra il serio e il faceto....cara nonna, touchè?
mirko