il gruppo è tremendo, senza discussioni...ti fagocita e stritola con pochissima fatica e peggio si alimenta delle tue frustrazioni e delle tue debolezze...se da adulti è possibile andare contro corrente e resistere senza troppi sussulti, da ragazzi è quasi impossibile...prima si scova una tua mancanza, poi la si acuisce ed infine ti si sbrana....così un ragazzo può trovarsi improvvisamente isolato, vittima di giudizi, risatine, discriminazioni e diventa colpevole di tutto....quando arriva o lo si prende in giro o si sbuffa...un ragazzo, implume alle asprezze della vita, non sa come reagire e fa finta di niente o sfoggia sorrisi di circostanza...e dentro si spegne lentamente ed inesorabilmente..ed il gruppo fa lo gnorri e non si accorge realmente del dolore che reca....questo è bullismo, parola inflazionata e spesso usata a sproposito...così la vittima smette di sognare, sorridere, combattere...perchè pian pianino si trova solo..o al massimo con accanto altre persone che non sono col gruppo ma non prendono posizione...quando stai dentro il gruppo cavalchi l'onda.....quando il gruppo ti prende di mira è notte fonda....
cosa fare in questi casi? date ossigeno alla cosa, parlatene a più persone possibile...amici ed adulti di riferimento che conoscano voi ed il gruppo e prendano posizione in merito....evitate di stare soli, incazzati, affranti
spesso basta un click e le cose cambiano, davvero...
altra caratteristica frequente è quella di vessare persone fragili e sensibili...che danno più soddisfazione e non sono pericolose.....
scrivo questo messaggio perché spero che sia di aiuto
a qualcuno che ora si trova nella situazione in cui mi sono trovato io 3 anni
fa. so benissimo cosa significa essere vittima di bullismo. diventare un
oggetto prima e un peso per tutto e tutti compreso se stessi poi. in seconda
superiore avevo un bel rapporto con la mia classe, poi ho dovuto cambiare
classe perché avevo scelto un indirizzo diverso, e purtroppo sono finito in una
classe spaventosa. è incredibile cosa possano fare solo 3 persone con il loro
cinismo. ero un ragazzo veramente normale, come tutti, e in poco più di un mese
loro 3, aiutati dall'indifferenza del resto della classe, sono riusciti a
spegnere la mia voglia di vivere. gia a ottobre non sorridevo più, piangevo
quasi ogni notte fino ad addormentarmi, poi, a novembre già mi facevo fastidio,
quando camminavo per andare a scuola passavo lontano da vetrine o auto
parcheggiate perché non volevo specchiarmi, cercavo di nascondermi da tutte le
persone che vedevo per strada perché mi vergognavo di me stesso. ogni mattina,
davanti alla scuola speravo che quel giorno sarebbe stato il giorno che tutto
sarebbe cambiato, e ogni giorno ,quando entravo, il solito compagno cretino che
gridava "gatto!" (il mio cognome ndr), e ogni giorno scoprivo che non
era quello quel giorno, e ogni volta speravo che avrebbe potuto esserlo il giorno
dopo. per mesi non ho più ricevuto un grazie, non ho sentito dire un "ben
fatto". niente andava bene in me, il mio modo di vestire, di camminare, la
mia faccia, i miei capelli, la mia voce, il mio modo di pensare o di vedere le
cose, persino il mio modo di respirare! Ogni cosa che facevo speravo che
qualcuno mi avrebbe detto che andava bene, e invece, ogni volta mi sentivo
deridere da tutti, eppure io ci provavo ogni volta pur avendo la certezza che
sarebbe finita sempre come finiva sempre. E i professori? Ah no, non era
compito loro quello, erano affari interni della classe. Il prof di economia che
mi chiamava ogni lezione tra le 15 e le 30 volte solo per prendermi in giro,
quello di francese che richiamava me quando gli altri parlavano, quello di matematica
che si univa alla classe nel deridermi, la lettrice di inglese che inventava
ogni giorno ogni sorta di barzellette o scherzi su di me, e così via. Tanto, a
chi importava della mia sensibilità? Ho tentato il suicidio, 4 volte, ogni
volta mi sono fermato un istante prima di farlo. Lo volevo fare per
disperazione, certo. Ma non solo. Lo volevo fare anche per vendetta, perché
avessi potuto restare sulle loro coscienze, perché si sentissero degli
assassini, per vendicarmi di quello che mi facevano. Ma poi, ogni volta,
pensavo a mia nonna, o alla mia cuginetta di 6 anni che stravedeva per me, e
alle altre persone per le quali valesse ancora un po' la pena vivere. Mi
attaccavo anche alle cose più frivole pur di restare in vita, ad una canzone,
ad un libro che mi piacesse particolarmente, ad una foto. Sono stati i nove
mesi più terribili, spaventosi, orrendi della mia vita. Il senso di
disperazione, l'apatia verso qualsiasi cosa mi venisse detta o fatta. Ma quello
che mi ha colpito di più è un'altra cosa. Quello che più mi ha colpito però è
quello che sto per scrivere. Durante quell'estate ho ritrovato un mio amico che
da tempo non sentivo più. Senza neanche il bisogno di palargliene sembra che
abbia capito subito quello che avevo passato e mi ha aiutato. Finita l'estate
sono ritornato in quella classe ma questa volta ero più forte di prima, più
forte di loro, avevo passato 3 mesi a pensare a come reagire alle loro stupide
angherie. Quando sono tornato mi trattavano allo stesso modo di come facevano
prima, ma questa volta si trovavano davanti una persona che non aveva paura di
dire quello che pensava né a loro né ai professori che mi avevano trattato male
usando anche parole pesanti. È veramente strano, ma dopo appena 2 settimane,
forse meno, erano quelle stesse 21 persone che mi avevano ucciso moralmente che
ora quando entravo in classe mi salutavano, mi chiedevano il scusa se x sbaglio
mentre camminavano mi toccavano, quelle stesse persone parlavano
tranquillamente con me come se nulla fosse successo o mi invitavano alle loro
feste di compleanno.Mi sono veramente reso conto di quanto stupidi siano certe
persone. Inutile dire che per i restanti 2 anni non ho mai voluto scambiare una
parola con la maggior parte di loro; certe ferite sono troppo grandi e dolorose
per poter passarci sopra. Oggi, finita la scuola, sto molto meglio, durante
tutta la quarta e la quinta non ho fatto altro che sentirmi male, mi veniva la
nausea, ogni volta che li vedevo. Oggi sento di essere superiore di loro, sento
di sapere meglio di loro cosa voglio dalla vita. Oggi io sono un ragazzo con
sei sogni e delle aspirazioni. Loro, i miei aguzzini sono svogliati, stupidi,
vivono una vita che non sembra essere la loro.A tutti quelli che vivono tuttora
un'esperienza drammatica come quella del bullismo vorrei dire di non mollare,
che tirare fuori le unghie è molto più facile di quanto si pensi, che quel
periodo passerà e che è proprio questa esperienza che vi renderà più forti e
più maturi degli altri. Oggi vivo una vita che, obiettivamente, non è normale,
perché non sono come la maggior parte dei miei coetanei; ma non mi sento triste
per questo. Sento, infatti che io non sono "normale" perché sono
migliore, più forte de altri. Vorrei dire ancora di far tesoro di questa
esperienza, di non dimenticarvi del dolore che provate ora, perché vi sarà
molto utile quando ne sarete usciti.
Grazie a tutti
Andrea
Grazie a tutti
Andrea
1 commento:
sempre un piacere incontrarti, grande !!! Beppe
Posta un commento