questo è il bottino che ho raccimolato qualche giorno fa e cha va a rimpinguare le casse dell'associazione..
42 centesimi non sono affatto male!!! certo non è quella cifra che ti cambia la vita e che ti mette la voglia di scappare col malloppo in qualche posto esotico....però,se hai problemi di bilancio, ti fa fare un bel sospiro di sollievo
come magicolieri da 15 anni prestiamo servizio all'ospedale versilia, con una frequenza di 4 volte la settimana fino ad un paio di anni fa...negli ultimi due anni,in cui andiamo da volontari, abbiamo mantenuto una frequenza di 3 incontri settimanali..per tutta la durata dell'anno..mica male, no?
per dovere di cronaca, a partire dall'estate 2013, pare che ci dovrebbero dare un rimborso spese per benzina e materiale..
comunque sia, mai abbiamo chiesto soldi in reparto e mail lo faremo..MAI
capita però che alcune famiglie particolarmente felici e vogliose di contribuire concretamente alla permanenza ed allo sviluppo delle nostre attività, insistano per farci un'oblazione..
qualche giorno, entrando in una stanza degenza per il mio intervento, mi trovo dinanzi ad situazione classica: bambina di 4 anni diffidente che, scomparendo nel suo letto, voltava lo sguardo e piagnucolava...mamma eccessivamente entrante che appesantiva la già delicata situazione...
come da protocollo ho usato il personaggio mediatore permettendo alla bimba di familiarizzare con calma con me ed il pupazzo....ho assunto un atteggiamento calmo e contenitivo...ho cercato di controllare la confusione e l'irruenza della mamma che dopo poco ha smesso di parlare ed ha iniziato a partecipare veramente al gioco...
la bimba, da copione, ha smesso di lacrimare, ha iniziato ad osservare, a sorridere ed infine partecipare e ridere a crepapelle..
al termine dell'incontro tutti felici e contenti, vedo la mamma che raspa animatamente nella borsetta..
le dico chiaramente che non vogliamo soldi, che lo facciamo per passione e perchè crediamo fortemente nell'utilità di quello che proponiamo..
lei insiste, affermando che vuole dare il suo contributo...e mi mette, in modo poco elegante, qualcosa sopra il nostro carrellino magico....
va bè, penso io..la mia coscienza è a posto e lei è grande e vaccinata..
ringrazio un po' imbarazzato, saluto e vado a sistemare le cose e a disinfettarmi..
mi ricordo del malloppo e vado a cercarlo sul carrellino...dinanzi a me compaiono due monete da 20 centesimi e 2 monete da 1 centesimo..
o questa? c'ho pensato un po' su e mi sono messo a ride...quindi la ringrazio di cuore
m e ikko
venerdì 8 novembre 2013
mercoledì 25 settembre 2013
AL MIO GRANDE AMICO DAVIDE
La prima volta che mi ricordo di te risale a tanti tanti anni
fa….quando sentivo delle strane urla provenire dalla tua stanza d'ospedale..il
reparto era pieno come un uovo e ci dissero che era meglio non passare perché
eri "molto disabile" e tanto non ci si poteva fare nulla….così, compiendo
uno tra i miei più grandi sbagli da Magicoliere, non passammo..e lo stesso il
giorno successivo….
Poi la mamma di Davide venne da me e, con la risolutezza di una
mamma splendida quale è, mi chiese con stupore: "perché non passate?"
Io imbarazzato mi
scusai, vergognandomi come un ladro…
Così vidi Davide dinanzi e me ne innamorai…urlava perché
così lui parlava..si dimenava su quel letto che l'ha sempre tenuto prigioniero e
mi guardava con quella faccia buffa e con quegli occhi carichi di entusiasmo..
Quelle urla e quegli occhi erano inni alla gioia, un trionfo
di colori e di magia….
Il letto faticava a contenerti e pareva si alzasse da terra tanto
lo scuotevi..e ancora la tua testa che si muoveva come un metronomo impazzito quando
la musica riempiva il nostro giocare insieme…
Davide è stato, e sarà, musica… la più bella musica del mondo…
Da quel giorno ho giocato con te centinaia, migliaia di
volte, ciascuna emozionante e sconvolgente..mi hai insegnato a godere di ciò
che facevo, a lasciarmi andare, ad osare sempre più…
Mi hai aiutato a crescere come professionista e come persona,
divenendo un punto di riferimento insostituibile della mia esistenza
Nel dolore hai trovato la forza ed il coraggio di urlare la potenza
della tua vita, senza mai farmi pesare la tua situazione.
Te che portavi dentro tanto amore e tanta luce
La tua spontaneità allo stato puro era per me contagiosa e
con il tempo sei diventato il mio "incontro speciale"..la stanza del reparto
che facevo non perché io venivo a far star bene te..ma venivo per star bene
io..
Il corpo, negli anni, ti abbandonava sempre più…ma la tua
voglia di vivere ed esserci trionfava sempre…
Godevi di poco, di tutte le piccole cose che in molti danno per
scontate… e lo facevi con tutto te stesso…. e questo è stato un insegnamento
enorme..
Con gli anni bastava ormai guardarsi negli occhi per ridere
insieme, perché si era creata una complicità fortissima..
Mi mancherai tanto ..a tutti i Magicolieri mancherai tanto,
tantissimo..
Davide, nonostante tutte le difficoltà che avesse, non era
solamente vivo, era l'essenza della vita
Ciò a cui io voglio aspirare
sabato 22 giugno 2013
IL MOSTRO
il gruppo è tremendo, senza discussioni...ti fagocita e stritola con pochissima fatica e peggio si alimenta delle tue frustrazioni e delle tue debolezze...se da adulti è possibile andare contro corrente e resistere senza troppi sussulti, da ragazzi è quasi impossibile...prima si scova una tua mancanza, poi la si acuisce ed infine ti si sbrana....così un ragazzo può trovarsi improvvisamente isolato, vittima di giudizi, risatine, discriminazioni e diventa colpevole di tutto....quando arriva o lo si prende in giro o si sbuffa...un ragazzo, implume alle asprezze della vita, non sa come reagire e fa finta di niente o sfoggia sorrisi di circostanza...e dentro si spegne lentamente ed inesorabilmente..ed il gruppo fa lo gnorri e non si accorge realmente del dolore che reca....questo è bullismo, parola inflazionata e spesso usata a sproposito...così la vittima smette di sognare, sorridere, combattere...perchè pian pianino si trova solo..o al massimo con accanto altre persone che non sono col gruppo ma non prendono posizione...quando stai dentro il gruppo cavalchi l'onda.....quando il gruppo ti prende di mira è notte fonda....
cosa fare in questi casi? date ossigeno alla cosa, parlatene a più persone possibile...amici ed adulti di riferimento che conoscano voi ed il gruppo e prendano posizione in merito....evitate di stare soli, incazzati, affranti
spesso basta un click e le cose cambiano, davvero...
altra caratteristica frequente è quella di vessare persone fragili e sensibili...che danno più soddisfazione e non sono pericolose.....
scrivo questo messaggio perché spero che sia di aiuto
a qualcuno che ora si trova nella situazione in cui mi sono trovato io 3 anni
fa. so benissimo cosa significa essere vittima di bullismo. diventare un
oggetto prima e un peso per tutto e tutti compreso se stessi poi. in seconda
superiore avevo un bel rapporto con la mia classe, poi ho dovuto cambiare
classe perché avevo scelto un indirizzo diverso, e purtroppo sono finito in una
classe spaventosa. è incredibile cosa possano fare solo 3 persone con il loro
cinismo. ero un ragazzo veramente normale, come tutti, e in poco più di un mese
loro 3, aiutati dall'indifferenza del resto della classe, sono riusciti a
spegnere la mia voglia di vivere. gia a ottobre non sorridevo più, piangevo
quasi ogni notte fino ad addormentarmi, poi, a novembre già mi facevo fastidio,
quando camminavo per andare a scuola passavo lontano da vetrine o auto
parcheggiate perché non volevo specchiarmi, cercavo di nascondermi da tutte le
persone che vedevo per strada perché mi vergognavo di me stesso. ogni mattina,
davanti alla scuola speravo che quel giorno sarebbe stato il giorno che tutto
sarebbe cambiato, e ogni giorno ,quando entravo, il solito compagno cretino che
gridava "gatto!" (il mio cognome ndr), e ogni giorno scoprivo che non
era quello quel giorno, e ogni volta speravo che avrebbe potuto esserlo il giorno
dopo. per mesi non ho più ricevuto un grazie, non ho sentito dire un "ben
fatto". niente andava bene in me, il mio modo di vestire, di camminare, la
mia faccia, i miei capelli, la mia voce, il mio modo di pensare o di vedere le
cose, persino il mio modo di respirare! Ogni cosa che facevo speravo che
qualcuno mi avrebbe detto che andava bene, e invece, ogni volta mi sentivo
deridere da tutti, eppure io ci provavo ogni volta pur avendo la certezza che
sarebbe finita sempre come finiva sempre. E i professori? Ah no, non era
compito loro quello, erano affari interni della classe. Il prof di economia che
mi chiamava ogni lezione tra le 15 e le 30 volte solo per prendermi in giro,
quello di francese che richiamava me quando gli altri parlavano, quello di matematica
che si univa alla classe nel deridermi, la lettrice di inglese che inventava
ogni giorno ogni sorta di barzellette o scherzi su di me, e così via. Tanto, a
chi importava della mia sensibilità? Ho tentato il suicidio, 4 volte, ogni
volta mi sono fermato un istante prima di farlo. Lo volevo fare per
disperazione, certo. Ma non solo. Lo volevo fare anche per vendetta, perché
avessi potuto restare sulle loro coscienze, perché si sentissero degli
assassini, per vendicarmi di quello che mi facevano. Ma poi, ogni volta,
pensavo a mia nonna, o alla mia cuginetta di 6 anni che stravedeva per me, e
alle altre persone per le quali valesse ancora un po' la pena vivere. Mi
attaccavo anche alle cose più frivole pur di restare in vita, ad una canzone,
ad un libro che mi piacesse particolarmente, ad una foto. Sono stati i nove
mesi più terribili, spaventosi, orrendi della mia vita. Il senso di
disperazione, l'apatia verso qualsiasi cosa mi venisse detta o fatta. Ma quello
che mi ha colpito di più è un'altra cosa. Quello che più mi ha colpito però è
quello che sto per scrivere. Durante quell'estate ho ritrovato un mio amico che
da tempo non sentivo più. Senza neanche il bisogno di palargliene sembra che
abbia capito subito quello che avevo passato e mi ha aiutato. Finita l'estate
sono ritornato in quella classe ma questa volta ero più forte di prima, più
forte di loro, avevo passato 3 mesi a pensare a come reagire alle loro stupide
angherie. Quando sono tornato mi trattavano allo stesso modo di come facevano
prima, ma questa volta si trovavano davanti una persona che non aveva paura di
dire quello che pensava né a loro né ai professori che mi avevano trattato male
usando anche parole pesanti. È veramente strano, ma dopo appena 2 settimane,
forse meno, erano quelle stesse 21 persone che mi avevano ucciso moralmente che
ora quando entravo in classe mi salutavano, mi chiedevano il scusa se x sbaglio
mentre camminavano mi toccavano, quelle stesse persone parlavano
tranquillamente con me come se nulla fosse successo o mi invitavano alle loro
feste di compleanno.Mi sono veramente reso conto di quanto stupidi siano certe
persone. Inutile dire che per i restanti 2 anni non ho mai voluto scambiare una
parola con la maggior parte di loro; certe ferite sono troppo grandi e dolorose
per poter passarci sopra. Oggi, finita la scuola, sto molto meglio, durante
tutta la quarta e la quinta non ho fatto altro che sentirmi male, mi veniva la
nausea, ogni volta che li vedevo. Oggi sento di essere superiore di loro, sento
di sapere meglio di loro cosa voglio dalla vita. Oggi io sono un ragazzo con
sei sogni e delle aspirazioni. Loro, i miei aguzzini sono svogliati, stupidi,
vivono una vita che non sembra essere la loro.A tutti quelli che vivono tuttora
un'esperienza drammatica come quella del bullismo vorrei dire di non mollare,
che tirare fuori le unghie è molto più facile di quanto si pensi, che quel
periodo passerà e che è proprio questa esperienza che vi renderà più forti e
più maturi degli altri. Oggi vivo una vita che, obiettivamente, non è normale,
perché non sono come la maggior parte dei miei coetanei; ma non mi sento triste
per questo. Sento, infatti che io non sono "normale" perché sono
migliore, più forte de altri. Vorrei dire ancora di far tesoro di questa
esperienza, di non dimenticarvi del dolore che provate ora, perché vi sarà
molto utile quando ne sarete usciti.
Grazie a tutti
Andrea
Grazie a tutti
Andrea
lunedì 3 giugno 2013
LA GRANDE LOTTERIA DEI MAGICOLIERI 2013
Namastè amici dei Magicolieri,
anche se un po' in ritardo eccovi i nominativi dei fortunati vincitori:
1° premio Infermiera Enza ped Versilia
2° premio Giampierre
3° premio Rosanna Massa
4° premio Swarup
5° premio Emma Casini
6° premio Damiano
grazie di cuore per la partecipazione!!!!!
mirko
martedì 12 febbraio 2013
The Black List
c'era la gita delle medie che per me potevamo essere dall'altra parte del mondo, sulla luna o su un'altra galassia per come riuscivo ad orientarmi e per la cognizione che avevo della geografia...come tutt'ora del resto...in realtà mi sa che eravamo ad un'oretta da casa...
ero con mia madre madre insegnante e la sua classe...io ero il figlio della prof e un po' incuriosivo e un po' infastidivo..
non era la mia classe, non era la mia scuola e neanche il mio paese...ma però, ero qualcuno....il figlio della prof!!!
per farmi accettare dal gruppo diffidente con cui dormivo, la prima sera pensai bene di farmi notare e chiesi ad un mio compagno di stanza di aprire la porta...
dal letto, seduto con le gambe sotto le lenzuola, presi la mia amata fionda in mano...io era il periodo che portavo sempre una fionda con me per fare cose sceme da adolescente scemo...
davanti avevamo la stanza dove dormiva il preside...
presi la mira e tirai con la fionda una noce, fregata a cena, contro la sua porta che pareva l'avessi rotta in mille pezzi..la porta ma anche il mallo della noce...il compagno alla porta la richiuse e mi disse ma sei scemo? ....spense la luce e si infilò vestito nel letto, come tutti gli altri...
la porta del preside si aprì decisa e, credo, vide la noce in terra...non so se la mangiò...
ciò che invece so è che aprì con veemenza la nostra porta ...chiaramente non abboccò al fatto che dormivamo e accese istantaneamente la luce...chi è stato, voglio sapere chi è stato!!!!
io non dissi nulla perchè avevo paura e speravo nessuno avrebbe fatto la spia...poi, cavolo, il figlio della prof non si può incolpare...non esiste al mondo, dai....
a quel punto, furente, e perso dentro un buffo pigiama azzurro, disse...siete tutti nella lista nera...e se ne andò in malomodo..
nella stanza si creò il gelo ed io ero imbarazzato assai.....le sue parole continuarono a rimbomabare nella stanza anche quando divennero silenziose....
qualcuno disse ironicamente che ero stato bravo...ma poi, immagino, che avessi guadagnato qualche consenso in più perchè, oltre ad essere il figlio della prof, avevo dimostrato che con la fionda ci sapevo fare e di certo non ero lì a bearmi di essere un privilegiato.,....avevo mostrato i muscoli!!!..
ma i giorni successivi furono tremendi perchè la storia di essere sulla lista nera del preside spaventava....che voleva dire? cosa sarebbe accaduto della mia vita di pre-adolescente....sulla lista ci sarei rimasto per sempre o ad interim?
mi immaginavo il preside che prendeva un quaderno tutto nero e, non so con cosa, ci scriveva su il mio nome...però non ci sarebbe stato solo il mio, e ciò mi confortava...e da adulto ci sarei ancora stato?
tutt'ora non loso....ad un lavoro rifiutato, ad una delusione d'amore, al latte finito all'alimentari., ad ogni mio insuccesso...dietro mi sa che forse c'è ancora quella storia della lista nera..
mi sa che il preside l'ha condivisa con tanti e questo è un guaio...vorrei dire di non essere stato io ma purtroppo non è così...ci provo: NONSONOSTATOIO!!!!
poi io ora, essendo su una lista nera, non posso segnare nessuno sulla mia personale lista nera...non ho più questo diritto....chissà se alcuni mi citano come quello della lista nera.....poi perchè non me lo vengono a dire, erano tanti anni fa e potrei spiegarmi, scusarmi, scanzonarmi....poi se da ragazzino faceva fico ora non posso neanche vantarmene con gli amici al bar....voi siete mai stati su una lista nera? ci siete ancora?
posso solo sperare in un'amnistia...sotto le elezioni è possibile
Black Mamba M.
domenica 6 gennaio 2013
INTERVISTA MAGICOLIERE
Magia in ospedale
Intervista a Mirko Magri
di Elena Franchi
per la storica rivista di Loescher, LA RICERCA
Destare lo stupore e la
meraviglia dei bambini ricoverati in ospedale, distraendoli dal dolore e dalle
procedure mediche. È quello che fa, da anni, lo psicologo e pedagogista clinico
Mirko Magri con i suoi Magicolieri, cercando di cogliere tutti i segnali,
verbali e non, con cui il bambino comunica il suo stato d’animo e il suo
disagio. Il gioco è la grande risorsa: che siano giochi di prestigio,
palloncini, racconti, musica o burattini, lo scopo è sempre lo stesso, entrare
in contatto con il bambino al 100%.
Chi sono i Magicolieri?
I Magicolieri®
sono sia professionisti delle relazioni umane (Magicolieri® Arcobaleno, ovvero
psicologi, tecnici qualificati di clownerie presso strutture sanitarie e
socio-sanitarie, animatori qualificati…) sia volontari esperti ed
appropriatamente formati (Magicolieri® Rosa), che utilizzano la magia del gioco
per garantire ai bambini ricoverati, ed ai loro familiari, spazi ed occasioni
di benessere psicologico ed emotivo, agevolando il lavoro del personale medico
ed infermieristico.
Il servizio, nato nel 1998, è
attualmente attivo presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale Versilia (LU)
con una frequenza di tre pomeriggi a settimana, il Reparto di Pediatria
dell’Ospedale O.P.A. di Massa con una frequenza di due mattine a settimana ed
il reparto di Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale del Cuore G. Pasquinucci
di Massa, ogni sabato pomeriggio.
Nel corso degli
anni il nostro stile di lavoro è diventato un originale modello di rifermento a
livello nazionale e sono stati tenuti decine e decine di corsi in tutta Italia
per molteplici associazioni del settore della Clown – terapia. Sono stati inoltre pubblicati sia un libro che
un doppio dvd, editi da Troll Libri.
Descrivere in poche parole cosa
vuol dire essere un Magicoliere non è cosa semplice….
Non è una qualifica che si
acquisisce seduti alla scrivania e non è nemmeno il frutto di un’operazione
razionale, quanto piuttosto un’esperienza vissuta sul campo, una conoscenza che
si costruisce piano piano, caratterizzata da tanti incontri, unici e
irripetibili, con altrettanti bambini e genitori, unici e irripetibili.
Talvolta, nella frenesia della
nostra vita di adulti, trascuriamo lo “stare in contatto” con l’altro. Il
Magicoliere, quando apre la porta di una stanza, entra in relazione con il
bambino che gli sta di fronte, cercando di “essere” con lui al 100%. Prova a
leggere la molteplicità di segnali, verbali e non, che il bambino comunica,
ascoltando il suo stato d’animo ed i suoi bisogni e creando occasioni di gioco
sempre diverse.
Questo è il modo in cui si svolge
la nostra “comunicazione affettiva”, e poco importa se utilizziamo giochi di
magia, palloncini, musica o burattini.
Quando questo accade, ecco che
avviene l’incantesimo!!
È un gioco, è un flusso vibrante
di emozioni, non sempre necessariamente festoso e ilare, come quando Samanta,
la scimmietta dispettosa, fa la linguaccia o il Magicoliere imbranato sbaglia
le magie, ma anche profondamente serio e grave, come quando Samanta parla del
buchino che ha sul braccio e del suo mal di pancia, oppure della brutta
malattia che l’ha costretta a restare in casa per diverse settimane.
L’importante è che ci sia uno
scambio, un rapporto, un incontro….magico, naturalmente.
Qual è lo scopo principale della vostra attività in ospedale?
Portare meraviglia alle persone
con cui giochiamo. Quando un gioco riesce a stupire può diventare più forte del
ricovero e della malattia e, a distanza di anni, la persona tenderà a
ricordarsi maggiormente queste sensazioni positive rispetto a quelle negative
dell’ospedalizzazione
La malattia ed il ricovero in Ospedale possono causare stress, disagio e
preoccupazione. L’obiettivo del servizio è quello di promuovere lo slancio vitale, lo stupore, il
benessere e l’autostima sia nel bambino
che nei suoi familiari.
Quali sono gli strumenti che utilizzate per raggiungere il vostro
obiettivo?
Il nostro modo di giocare si
differenzia e si adatta a seconda del contesto, dell’età e dello stato
psicofisico dei bambini.
Alla base del nostro intervento
c’è un “ascolto” delle esigenze di ogni persona (e famiglia) con cui giochiamo.
In base alla specifica situazione adattiamo il nostro modo di lavorare, con
l’obiettivo di stabilire relazioni significative atte a meravigliare e
promuovere un umore e un pensiero positivo
Gli strumenti di lavoro che
utilizziamo sono originali ed esclusivi e sono frutto di una intensa ricerca e
di una costante formazione.
Si suddividono in:
- Affabulazione
L’arte dell’inventare, raccontare
e interpretare storie fantastiche.
- Baby-games
Batteria di giochi senso-motori
diretti a ottimizzare le limitate possibilità di movimento del bambino
ricoverato.
-Giochi di prestigio
Giochi di magia in cui si
vuole valorizzare la bellezza estetica
dell’effetto e l’abilità nel proporlo.
-
Giochi con i palloncini
Il palloncino utilizzato per
realizzare splendide sculture, ma anche per raccontare storie, fare magie e
sketch comici.
-
Improvvisazioni ludiche
Creazione estemporanea di
proposte ricreative in base alle esigenze del bambino e del contesto.
- Magia comica
Giochi di magia per promuovere
meraviglia, risate e buon umore.
- Musicoleria
L’armonia e la dolcezza della
musica al servizio del bambino.
-
Personaggio mediatore
Quando un pupazzo prende vita e
riesce ad incantare.
- Prove di logica
Per coinvolgere e stupire
attraverso rompicapo, rebus, enigmi ed indovinelli.
-
Scatola sensoriale
Per promuovere una relazione di
gioco privilegiando il canale olfattivo, tattile ed uditivo.
-Spunti
comici
Per suscitare risate e buon umore
attraverso la mimica, la gestualità e la parola.
- Top-secret
Batteria di stupefacenti giochi
di magia e di illusione ottica che vengono presentati, insegnati ed infine
costruiti insieme al bambino.
Che cosa provoca maggiormente la risata dei bambini?
Mi rendo conto che gira e rigira
una delle situazioni comiche che funziona di più con i bambini è quella di
promettere magie strepitose per poi realizzare dei fiaschi tremendi. Vi porto
un esempio molto semplice: bello deciso, dichiaro di essere in grado di far
sparire nel nulla un fazzoletto, che però, inevitabilmente non scopare mai. Se
voglio che questa gag funzioni mi mostro realmente convinto delle mie qualità
da mago, sbilanciandomi sul sicuro successo della magia, mentre poi rimedio
solo una terribile figuraccia, che però farà impazzire di felicità il bimbo.
Per imparare molti giochi di
magia comica non occorrono particolari abilità tecniche, ma una buona dose di
esercizio, sfacciataggine, autoironia, affabulazione e teatralità.
Riuscire a far ridere un bambino
è la cosa più bella del mio lavoro. Il bambino apprezza una comicità molto
diversa da quella dell’adulto, una situazione comica che fa sbellicare dalle
risate il primo, spesso fa solo sorridere il secondo. Per far ridere i bambini
di solito occorre fare cose veramente stupide che però, per sortire l’effetto
dovuto, vanno eseguite con convinzione, partecipazione e divertimento. Un
ottima gag o battuta proposta con lo spirito e l’atteggiamento sbagliato non
sortirà alcun effetto comico.
Ecco alcuni esempi:
-
Classiche gag del clown bianco e del clown augusto
Il primo irreprensibile,
composto, autoritario, severo; il secondo strampalato, pasticcione, dispettoso,
giocherellone. Il bianco cuce, costruisce, propone, mentre l’augusto disfa,
sorprende, prende in giro, banalizza. Il bianco afferma con assoluto rigore che
una cosa non si deve fare e l’augusto puntualmente disobbedisce. Il bianco dice
e l’augusto contraddice.
Il Magicoliere, che di solito
lavora da solo, per formare questa coppia si avvale di uno specifico burattino
che assume il ruolo dell’augusto. Per esempio, posso dire al personaggio
animato, con tono risoluto, che è l’ora di fare la nanna; lui fa finta di
addormentarsi e poi, di nascosto, mi fa la linguaccia.
-
Vantarsi di essere bravo a fare qualcosa
per poi fallire miseramente
Per esempio posso professarmi
come un abilissimo mago che farà sparire una pallina dal pugno della mano. Dopo aver pronunciato la formula magica e
qualche gesto rituale apro il pugno e la pallina è sempre lì…
Oppure dichiaro di saper
modellare con i palloncini il coniglio più bello del mondo. Gli intenti sono
buoni ma i risultati pessimi…
-
Comicità escrementizia
Trattare argomenti quali pipì,
calzini sporchi, piedini puzzolenti e compagnia bella, funziona da matti. L’importante
è non scadere mai nel volgare e nel retorico.
-
Espressioni stravaganti ed inconsuete
Ascoltare esclamazioni tipo
“fresca insalata”, “santa patata”, “mondo birbone” e via dicendo sortisce un
effetto comico, oltre che emulativo.
-
Goffaggine dell’adulto
Per esempio mentre giocolo
spavaldo con tre palline mi cadono in terra (meglio sulla testa) oppure, mentre
gonfio un palloncino, vola via o scoppia. Queste azioni, ancora di più se mi
mostro imbarazzato, mandano il bambino in visibilio.
- L’esagerazione
Una cosa eccessivamente grande o
piccola, ancor di più se a livello verbale si dice il contrario, è un ottimo
strumento per promuovere delle risate. Per esempio: dichiaro di voler prendere
la mia bacchetta magica tascabile e tiro fuori una bacchetta lunga quattro
metri.
-
Quando il bambino combina dei guai
Quando accade qualcosa di
inaspettato che stupisce, senza mortificare. Per esempio: dico al bambino di
reggere un attimo la mia preziosa bacchetta magica. Lui la prende e tra le sue
mani si rompe. Oppure gonfio un palloncino e, senza legarlo, chiedo al piccolo
se me lo regge. Lui lo afferra e tra le sue mani si sgonfia.
-
Quando l’adulto combina dei guai
Il Magicoliere rompe
“accidentalmente” un gioco che gli era stato prestato dal Primario del Reparto.
-
Chiedere al bambino delle cose ovvie come se fossero difficilissime
Propongo al bambino di chiudere
gli occhi mentre nascondo un grande foulard. Il piccolo accoglie l’invito e una
volta che li riapre ha il compito di scovare dove l’oggetto è nascosto. Il
nascondiglio, ahimé, risulta sempre eccessivamente visibile…tipo il foulard
sopra la testa, o che sbuca dalla tasca.
- Sbagliarsi clamorosamente nel chiamare o capire le cose con il giusto
nome
Invece di “sonno” dire “tonno”,
di “carino” dire “camino”, di “torta” dire “porta”, di “bottone” dire
“dentone”……
- Ad-libs
È un termine inglese, che vuol
dire “improvvisare”. Il riuscire a creare comicità, dinanzi a situazioni
inattese, è una qualità rara che avvalora la professionalità e l’efficacia del
nostro intervento.
- Il
linguaggio del corpo
Quando accade qualcosa il nostro
corpo è il mezzo più potente di comunicazione. Se volutamente accentuo i miei
gesti, la mia espressività, il mio paralinguaggio il bambino lo apprezzerà
notevolmente. Se, per esempio, fingete di farvi male a un dito (magari per
colpa di un palloncino che ci sbatte sopra…) provate a saltare, muovervi su e
giù per la stanza, fare smorfie di dolore, disperarvi, ululare e mi direte
l’effetto che sortisce!
Quali sono i più frequenti errori che un adulto può commettere
nell’avvicinarsi a un bambino in ospedale?
Confondere il proprio stato
d’animo con quello del bambino, o peggio proiettare il proprio malessere su di
lui.
Per esempio riempire il bimbo di
domande o regali è un classico modo che gli adulti adottano per non ascoltare
la persona che sta di fronte loro. Utilizzano queste mediazioni come barriera
per non farsi contaminare dalla sofferenza del piccolo, ostacolando quindi il
crearsi di una comunicazione reale e sincera. Oppure piangere di fronte a lui
perché “poverino, sta male”aiuta glia
adulti a stare meglio, ma di certo non il piccolo
Nel caso si voglia giocare con
lui, lo sbaglio più grande e frequente è quello di porsi come un impiegato del
gioco e proporre uno spettacolo strutturato e già impostato. Fare sempre le
stesse cose nelle diverse situazioni che incontriamo è un limite enorme. Vuol
dire avere un clichè da proporre, indipendentemente dalla persona e dalla
situazione che ci troviamo dinanzi. Quindi non ascoltare i bisogni impliciti ed
espliciti delle persone con cui giochiamo
Come ci si prepara a questo tipo di attività in corsia?
Sviluppando una meticolosa
formazione teorico-pratica sui principi base della Psicologia Ospedaliera e Sistemica–Relazionale
e apprendendo tecniche e modalità di
gioco specifiche alle diverse fasi evolutive e ai differenti contesti, secondo
il metodo Magicoliere.
Per fare questo occorre partecipare
a corsi specifici di formazione promossi dall’associazione “I Magicolieri”. In
seguito, le persone ritenute idonee, svolgono un lungo periodo di stage
ospedaliero.
Come potete essere contattati?
Per contattarmi tramite mail: lasettimaluna@hotmail.it
Per contattare e conoscere
l’associazione:
Web:
www.magicolieri.org Mail: info@magicolieri.org
YouTube: http://www.youtube.com/user/Magicoliere
Facebook: I Magicolieri - page Blog:magicolieri@blogspot.com
mercoledì 2 gennaio 2013
Beppe ed Osho
Beppe è un mio caro amico...dopo tanto tempo abbiamo condiviso una bella cena insieme ad altri amici d'infanzia...e, complice anche il vino, sono emersi tutta una serie di aneddoti e ricordi esilaranti ....
la memoria è strana e fa dei garbi strani...ti fa ricordare ciò che preferisce..e lo trasforma, lo digerisce e lo metabolizza come intende lei....poi, se certi ricordi non vengono mai rievocati, spariscono nel dimenticatoio..
personalmente credo che i ricordi belli siano un patrimonio della mia esistenza e tenerli vivi e colorati sia un'attività da praticare con costanza...ciascun ricordo perso mi amareggia e mi innervosisce....
così è successo che beppe mi ha raccontato quando è venuto a fare, tanti anni fa, una meditazione di osho insieme a me....lo ignoravo, grrrrrr......il solito incenso, biscottini bio, candeline e piedi senza scarpe.....poi il gong che suona e lui, beppe, alla sua prima esperienza mistica che resta in catalessi e non si ridesta...o meglio tripola un pochetto...
poi apre gli occhi e non si capacita che si già passata un'ora.....dice che è impossibile e si sente smarrito.....
il conduttore, non so il perchè, ci fa pescare una carta a caso dal mazzo dei tarocchi....beppe pesca la morte...e va in paranoia...
tutti a spiegargli che la morte non è per forza da vedere in modo peso...ma anche positivo, come cambiamento...occasione di crescita e arricchimento...e via dicendo..
il mio caro amico resta perplesso e torna a casa poco rilassato e molto preoccupato...
trova a casa un mazzo di carte dei tarocchi di sua sorella...le mescola e le stende sul letto, di dorso...ne gira una a caso e ricompare la morte...
beppe pensa di avere il malocchio e sente una sua zia se può occuparsi della cosa e toglierglielo..
poi ripone le carte dei tarocchi sul comodino...dorme allarmato sognando lo scheletro con la falce che lo insegue...
la mattina si sveglia di buon'ora e prende le carte dal comodino....le sfoglia e ne manca solo una....la morte...
allibito la cerca e la trova in terra, di fianco al letto....era cascata da sola....
così almeno dice lui...
beppe non ha più meditato...
io invece medito di rimeditare...tutto al centro torna
m e la carta della luna
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