Magia in ospedale
Intervista a Mirko Magri
di Elena Franchi
per la storica rivista di Loescher, LA RICERCA
Destare lo stupore e la
meraviglia dei bambini ricoverati in ospedale, distraendoli dal dolore e dalle
procedure mediche. È quello che fa, da anni, lo psicologo e pedagogista clinico
Mirko Magri con i suoi Magicolieri, cercando di cogliere tutti i segnali,
verbali e non, con cui il bambino comunica il suo stato d’animo e il suo
disagio. Il gioco è la grande risorsa: che siano giochi di prestigio,
palloncini, racconti, musica o burattini, lo scopo è sempre lo stesso, entrare
in contatto con il bambino al 100%.
Chi sono i Magicolieri?
I Magicolieri®
sono sia professionisti delle relazioni umane (Magicolieri® Arcobaleno, ovvero
psicologi, tecnici qualificati di clownerie presso strutture sanitarie e
socio-sanitarie, animatori qualificati…) sia volontari esperti ed
appropriatamente formati (Magicolieri® Rosa), che utilizzano la magia del gioco
per garantire ai bambini ricoverati, ed ai loro familiari, spazi ed occasioni
di benessere psicologico ed emotivo, agevolando il lavoro del personale medico
ed infermieristico.
Il servizio, nato nel 1998, è
attualmente attivo presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale Versilia (LU)
con una frequenza di tre pomeriggi a settimana, il Reparto di Pediatria
dell’Ospedale O.P.A. di Massa con una frequenza di due mattine a settimana ed
il reparto di Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale del Cuore G. Pasquinucci
di Massa, ogni sabato pomeriggio.
Nel corso degli
anni il nostro stile di lavoro è diventato un originale modello di rifermento a
livello nazionale e sono stati tenuti decine e decine di corsi in tutta Italia
per molteplici associazioni del settore della Clown – terapia. Sono stati inoltre pubblicati sia un libro che
un doppio dvd, editi da Troll Libri.
Descrivere in poche parole cosa
vuol dire essere un Magicoliere non è cosa semplice….
Non è una qualifica che si
acquisisce seduti alla scrivania e non è nemmeno il frutto di un’operazione
razionale, quanto piuttosto un’esperienza vissuta sul campo, una conoscenza che
si costruisce piano piano, caratterizzata da tanti incontri, unici e
irripetibili, con altrettanti bambini e genitori, unici e irripetibili.
Talvolta, nella frenesia della
nostra vita di adulti, trascuriamo lo “stare in contatto” con l’altro. Il
Magicoliere, quando apre la porta di una stanza, entra in relazione con il
bambino che gli sta di fronte, cercando di “essere” con lui al 100%. Prova a
leggere la molteplicità di segnali, verbali e non, che il bambino comunica,
ascoltando il suo stato d’animo ed i suoi bisogni e creando occasioni di gioco
sempre diverse.
Questo è il modo in cui si svolge
la nostra “comunicazione affettiva”, e poco importa se utilizziamo giochi di
magia, palloncini, musica o burattini.
Quando questo accade, ecco che
avviene l’incantesimo!!
È un gioco, è un flusso vibrante
di emozioni, non sempre necessariamente festoso e ilare, come quando Samanta,
la scimmietta dispettosa, fa la linguaccia o il Magicoliere imbranato sbaglia
le magie, ma anche profondamente serio e grave, come quando Samanta parla del
buchino che ha sul braccio e del suo mal di pancia, oppure della brutta
malattia che l’ha costretta a restare in casa per diverse settimane.
L’importante è che ci sia uno
scambio, un rapporto, un incontro….magico, naturalmente.
Qual è lo scopo principale della vostra attività in ospedale?
Portare meraviglia alle persone
con cui giochiamo. Quando un gioco riesce a stupire può diventare più forte del
ricovero e della malattia e, a distanza di anni, la persona tenderà a
ricordarsi maggiormente queste sensazioni positive rispetto a quelle negative
dell’ospedalizzazione
La malattia ed il ricovero in Ospedale possono causare stress, disagio e
preoccupazione. L’obiettivo del servizio è quello di promuovere lo slancio vitale, lo stupore, il
benessere e l’autostima sia nel bambino
che nei suoi familiari.
Quali sono gli strumenti che utilizzate per raggiungere il vostro
obiettivo?
Il nostro modo di giocare si
differenzia e si adatta a seconda del contesto, dell’età e dello stato
psicofisico dei bambini.
Alla base del nostro intervento
c’è un “ascolto” delle esigenze di ogni persona (e famiglia) con cui giochiamo.
In base alla specifica situazione adattiamo il nostro modo di lavorare, con
l’obiettivo di stabilire relazioni significative atte a meravigliare e
promuovere un umore e un pensiero positivo
Gli strumenti di lavoro che
utilizziamo sono originali ed esclusivi e sono frutto di una intensa ricerca e
di una costante formazione.
Si suddividono in:
- Affabulazione
L’arte dell’inventare, raccontare
e interpretare storie fantastiche.
- Baby-games
Batteria di giochi senso-motori
diretti a ottimizzare le limitate possibilità di movimento del bambino
ricoverato.
-Giochi di prestigio
Giochi di magia in cui si
vuole valorizzare la bellezza estetica
dell’effetto e l’abilità nel proporlo.
-
Giochi con i palloncini
Il palloncino utilizzato per
realizzare splendide sculture, ma anche per raccontare storie, fare magie e
sketch comici.
-
Improvvisazioni ludiche
Creazione estemporanea di
proposte ricreative in base alle esigenze del bambino e del contesto.
- Magia comica
Giochi di magia per promuovere
meraviglia, risate e buon umore.
- Musicoleria
L’armonia e la dolcezza della
musica al servizio del bambino.
-
Personaggio mediatore
Quando un pupazzo prende vita e
riesce ad incantare.
- Prove di logica
Per coinvolgere e stupire
attraverso rompicapo, rebus, enigmi ed indovinelli.
-
Scatola sensoriale
Per promuovere una relazione di
gioco privilegiando il canale olfattivo, tattile ed uditivo.
-Spunti
comici
Per suscitare risate e buon umore
attraverso la mimica, la gestualità e la parola.
- Top-secret
Batteria di stupefacenti giochi
di magia e di illusione ottica che vengono presentati, insegnati ed infine
costruiti insieme al bambino.
Che cosa provoca maggiormente la risata dei bambini?
Mi rendo conto che gira e rigira
una delle situazioni comiche che funziona di più con i bambini è quella di
promettere magie strepitose per poi realizzare dei fiaschi tremendi. Vi porto
un esempio molto semplice: bello deciso, dichiaro di essere in grado di far
sparire nel nulla un fazzoletto, che però, inevitabilmente non scopare mai. Se
voglio che questa gag funzioni mi mostro realmente convinto delle mie qualità
da mago, sbilanciandomi sul sicuro successo della magia, mentre poi rimedio
solo una terribile figuraccia, che però farà impazzire di felicità il bimbo.
Per imparare molti giochi di
magia comica non occorrono particolari abilità tecniche, ma una buona dose di
esercizio, sfacciataggine, autoironia, affabulazione e teatralità.
Riuscire a far ridere un bambino
è la cosa più bella del mio lavoro. Il bambino apprezza una comicità molto
diversa da quella dell’adulto, una situazione comica che fa sbellicare dalle
risate il primo, spesso fa solo sorridere il secondo. Per far ridere i bambini
di solito occorre fare cose veramente stupide che però, per sortire l’effetto
dovuto, vanno eseguite con convinzione, partecipazione e divertimento. Un
ottima gag o battuta proposta con lo spirito e l’atteggiamento sbagliato non
sortirà alcun effetto comico.
Ecco alcuni esempi:
-
Classiche gag del clown bianco e del clown augusto
Il primo irreprensibile,
composto, autoritario, severo; il secondo strampalato, pasticcione, dispettoso,
giocherellone. Il bianco cuce, costruisce, propone, mentre l’augusto disfa,
sorprende, prende in giro, banalizza. Il bianco afferma con assoluto rigore che
una cosa non si deve fare e l’augusto puntualmente disobbedisce. Il bianco dice
e l’augusto contraddice.
Il Magicoliere, che di solito
lavora da solo, per formare questa coppia si avvale di uno specifico burattino
che assume il ruolo dell’augusto. Per esempio, posso dire al personaggio
animato, con tono risoluto, che è l’ora di fare la nanna; lui fa finta di
addormentarsi e poi, di nascosto, mi fa la linguaccia.
-
Vantarsi di essere bravo a fare qualcosa
per poi fallire miseramente
Per esempio posso professarmi
come un abilissimo mago che farà sparire una pallina dal pugno della mano. Dopo aver pronunciato la formula magica e
qualche gesto rituale apro il pugno e la pallina è sempre lì…
Oppure dichiaro di saper
modellare con i palloncini il coniglio più bello del mondo. Gli intenti sono
buoni ma i risultati pessimi…
-
Comicità escrementizia
Trattare argomenti quali pipì,
calzini sporchi, piedini puzzolenti e compagnia bella, funziona da matti. L’importante
è non scadere mai nel volgare e nel retorico.
-
Espressioni stravaganti ed inconsuete
Ascoltare esclamazioni tipo
“fresca insalata”, “santa patata”, “mondo birbone” e via dicendo sortisce un
effetto comico, oltre che emulativo.
-
Goffaggine dell’adulto
Per esempio mentre giocolo
spavaldo con tre palline mi cadono in terra (meglio sulla testa) oppure, mentre
gonfio un palloncino, vola via o scoppia. Queste azioni, ancora di più se mi
mostro imbarazzato, mandano il bambino in visibilio.
- L’esagerazione
Una cosa eccessivamente grande o
piccola, ancor di più se a livello verbale si dice il contrario, è un ottimo
strumento per promuovere delle risate. Per esempio: dichiaro di voler prendere
la mia bacchetta magica tascabile e tiro fuori una bacchetta lunga quattro
metri.
-
Quando il bambino combina dei guai
Quando accade qualcosa di
inaspettato che stupisce, senza mortificare. Per esempio: dico al bambino di
reggere un attimo la mia preziosa bacchetta magica. Lui la prende e tra le sue
mani si rompe. Oppure gonfio un palloncino e, senza legarlo, chiedo al piccolo
se me lo regge. Lui lo afferra e tra le sue mani si sgonfia.
-
Quando l’adulto combina dei guai
Il Magicoliere rompe
“accidentalmente” un gioco che gli era stato prestato dal Primario del Reparto.
-
Chiedere al bambino delle cose ovvie come se fossero difficilissime
Propongo al bambino di chiudere
gli occhi mentre nascondo un grande foulard. Il piccolo accoglie l’invito e una
volta che li riapre ha il compito di scovare dove l’oggetto è nascosto. Il
nascondiglio, ahimé, risulta sempre eccessivamente visibile…tipo il foulard
sopra la testa, o che sbuca dalla tasca.
- Sbagliarsi clamorosamente nel chiamare o capire le cose con il giusto
nome
Invece di “sonno” dire “tonno”,
di “carino” dire “camino”, di “torta” dire “porta”, di “bottone” dire
“dentone”……
- Ad-libs
È un termine inglese, che vuol
dire “improvvisare”. Il riuscire a creare comicità, dinanzi a situazioni
inattese, è una qualità rara che avvalora la professionalità e l’efficacia del
nostro intervento.
- Il
linguaggio del corpo
Quando accade qualcosa il nostro
corpo è il mezzo più potente di comunicazione. Se volutamente accentuo i miei
gesti, la mia espressività, il mio paralinguaggio il bambino lo apprezzerà
notevolmente. Se, per esempio, fingete di farvi male a un dito (magari per
colpa di un palloncino che ci sbatte sopra…) provate a saltare, muovervi su e
giù per la stanza, fare smorfie di dolore, disperarvi, ululare e mi direte
l’effetto che sortisce!
Quali sono i più frequenti errori che un adulto può commettere
nell’avvicinarsi a un bambino in ospedale?
Confondere il proprio stato
d’animo con quello del bambino, o peggio proiettare il proprio malessere su di
lui.
Per esempio riempire il bimbo di
domande o regali è un classico modo che gli adulti adottano per non ascoltare
la persona che sta di fronte loro. Utilizzano queste mediazioni come barriera
per non farsi contaminare dalla sofferenza del piccolo, ostacolando quindi il
crearsi di una comunicazione reale e sincera. Oppure piangere di fronte a lui
perché “poverino, sta male”aiuta glia
adulti a stare meglio, ma di certo non il piccolo
Nel caso si voglia giocare con
lui, lo sbaglio più grande e frequente è quello di porsi come un impiegato del
gioco e proporre uno spettacolo strutturato e già impostato. Fare sempre le
stesse cose nelle diverse situazioni che incontriamo è un limite enorme. Vuol
dire avere un clichè da proporre, indipendentemente dalla persona e dalla
situazione che ci troviamo dinanzi. Quindi non ascoltare i bisogni impliciti ed
espliciti delle persone con cui giochiamo
Come ci si prepara a questo tipo di attività in corsia?
Sviluppando una meticolosa
formazione teorico-pratica sui principi base della Psicologia Ospedaliera e Sistemica–Relazionale
e apprendendo tecniche e modalità di
gioco specifiche alle diverse fasi evolutive e ai differenti contesti, secondo
il metodo Magicoliere.
Per fare questo occorre partecipare
a corsi specifici di formazione promossi dall’associazione “I Magicolieri”. In
seguito, le persone ritenute idonee, svolgono un lungo periodo di stage
ospedaliero.
Come potete essere contattati?
Per contattarmi tramite mail: lasettimaluna@hotmail.it
Per contattare e conoscere
l’associazione:
Web:
www.magicolieri.org Mail: info@magicolieri.org
YouTube: http://www.youtube.com/user/Magicoliere
Facebook: I Magicolieri - page Blog:magicolieri@blogspot.com